Salute

Dismorfia Digitale: quando i medici devono dire di no ai deliri social

di Redazione -


di SAMANTHA BIALE

Scovare una persona che appaia sui social senza una rinfrescatina digitale è un’impresa ardua.
Se lo trovate, mettetelo in una teca.
È un reperto archeologico dell’era pre-filtri. Una specie protetta (e quasi estinta).
Il risultato? Un’intera generazione convinta che la pelle liscia tipo cere del Madame Tussaud sia la normalità, e che la loro vera faccia sia un bug da correggere.
A pagare un primo conto di questa epidemia di autostima digitale sono i medici estetici, costretti a districarsi tra richieste che farebbero impallidire il mago Merlino: come gestire chi chiede di diventare come il selfie perfetto, rigorosamente filtrato da Face Up e con un’illuminazione studiata da Spielberg? Basterebbe spiegare che c’è un limite oggettivo anche alle più avveniristiche frontiere della nobile arte della medicina estetica, ma di fronte al fenomeno della distorsione percettiva, la logica perde miseramente la sua battaglia.
I numeri sono lì a ricordarci che non stiamo parlando di quattro gatti fissati con i social. Si stima che una fetta non trascurabile della popolazione (7-15%) conviva con la dismorfia corporea, un disturbo che le app di fotoritocco alimentano come vento sulla brace.
La American Academy of Facial Plastic and Reconstructive Surgery rivela che più della metà dei medici (55%) si trova a dover gestire pazienti che aspirano a somigliare al loro profilo online. Chi si occupa di medicina estetica, oggi, si trova a un bivio: qual è il limite tra l’assecondare un desiderio e il nutrire una patologia?
Una cosa è certa, il medico non è un genio della lampada pronto a esaudire ogni delirio virtuale.
Anzi, come avverte il Journal of Cosmetic Dermatology, assecondare le fantasie di chi è intrappolato nella ragnatela del narcisismo virtuale è come cercare di spegnere un incendio con una balla di paglia.
Lasciando agli psicologi il compito di analizzare la dipendenza da filtri (fenomeno tutt’altro che superficiale), un buon punto di partenza è tenersi alla larga dagli sciacalli della bellezza, pronti a speculare sulle fragilità altrui.
Ecco, quindi, le coordinate per riconoscere un medico estetico responsabile.

  • Armonia come obiettivo: il suo scopo non è trasformarti, ma valorizzare i tuoi tratti distintivi e minimizzare i difetti con interventi misurati, naturali e, se necessario, graduali nel tempo.
  • Orecchio aperto, consiglio sincero: ti ascolta davvero, cercando di capire cosa desideri, ma ti dice anche la verità, senza illuderti con promesse irrealizzabili. Ti guida verso la scelta giusta per te e non asseconda capricci insensati.
  • Piedi per terra, niente sogni impossibili: ti aiuta a capire cosa si può fare realmente, smontando le aspettative irrealistiche, con onestà e franchezza.
  • Carte in tavola, senza zone d’ombra: non si preoccupa di perdere tempo a illustrarti limiti e rischi. Ti spiega tutto chiaramente: cosa fa, come lo fa, con cosa lo fa e cosa potrebbe succedere.
  • Testa e cuore, prima di tutto: si preoccupa del tuo benessere mentale tanto quanto del tuo aspetto. Se capisce che il problema è più profondo, ti consiglia di parlare con un esperto prima di qualsiasi trattamento.

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