Disastro Italia
L’acqua continua a restituire corpi nell’Emilia Romagna martoriata dall’alluvione. In quegli scantinati sommersi dal fango, i soccorritori si sbracciano, con una foga legata a un filo di speranza che, ora dopo ora, si affievolisce. E la disperazione irrompe in tutta la sua drammaticità di fronte ai cadaveri stretti nell’ultimo abbraccio, sorpresi nel sonno dalla furia dei fiumi esondati. Non hanno avuto scampo le ultime due vittime recuperate in un appartamento di Russi, nel Ravennate. Li cercavano già dalle prime ore di mercoledì scorso, i due agricoltori, moglie e marito di 71 e 73 anni. L’allarme lanciato dal figlio, che non riusciva più a mettersi in contatto con i genitori. Il numero dei morti già accertati, fino a ieri sera, si attesta a quindici, ma la tragica cifra è destinata a crescere, alla luce del numero dei dispersi e delle incredibili storie che arrivano dai territori di Forlì-Cesena e del Ravennate, dove ci sono diverse zone allagate e difficilmente raggiungibili. Ancora case isolate, persone sui tetti e anche chi non ha voluto lasciare i ricordi di una vita. Come l’uomo travolto dalla furia del fango, perché anziché cercare di mettersi in salvo, al sopraggiungere dell’acqua, si è barricato nella sua abitazione. Storie traboccanti di dolore, di chi nulla ha potuto di fronte alla natura crudele. Ma anche le storie di chi ce l’ha fatta vengono raccontate dai sopravvissuti con le lacrime agli occhi. Perché in troppi sono gli sfollati, a cui resta solo la vita ma il resto è andato tutto perso. Oltre 10mila le persone finite in mezzo a una strada e accolte in strutture allestite in tutta fretta dai Comuni. Intere zone rimaste senza elettricità, 27mila cittadini nella regione sono al buio, tanto che le autorità hanno reperito 170 gruppi elettrogeni e quattro power station per fornire alimentazione di emergenza non appena le condizioni meteorologiche consentiranno il deflusso delle acque. Sebbene le piogge hanno cominciato ad affievolirsi, resta alta l’allerta per il livello dei fiumi, oltre la soglia di attenzione. Sono infatti previste nuove piene e altri danni, che andranno a pesare su una situazione insostenibile. “Avevamo stimato circa un miliardo di danni due settimane fa, pensate adesso quanto cresceranno”, ha detto il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. “Una quantificazione reale dei danni l’avremo abbastanza a breve, nel giro di qualche giorno verrà fatta: appena l’emergenza della messa in sicurezza di tutte le persone possibili sarà finita cominceremo ad attivarci per la parte di rendicontazione dei danni pubblici e privati”. Per Bonaccini saranno necessari “provvedimenti urgenti e straordinari: tutto quello che andrà fatto, lo dovremo fare”. L’Emilia, comunque, non è sola, perché il Consiglio dei ministri, già martedì prossimo, dichiarerà lo stato di calamità e stanzierà altri fondi. “Siamo in contatto con diversi ministeri per mettere in campo tutti gli strumenti che servono per ripartire”, ha detto Bonaccini, ma “adesso dobbiamo riuscire a mettere in sicurezza fino all’ultima persona possibile. Sarà un lavoro gigantesco, ma prima pensiamo alle persone”. E il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto, a Bologna per fare il punto con Bonaccini, ha assicurato che l’Esecutivo chiederà il fondo di solidarietà Ue.
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