Diritti Lbgtqia+ e milioni: bufera Report su Alessandro Zan. E lui si difende: “Tutto regolare”
Nella bufera mediatica scatenata da Report finisce il deputato del Pd Alessandro Zan. L’inchiesta del programma condotto da Sigrido Ranucci scopre il giro di affari intorno alle iniziative Lbgtqia+.
Zan è titolare della società che promuove il Pride che si svolge ogni anno a Padova e che registra un incasso di oltre un milione di euro dai vari festival collegati. Zan è il parlamentare del Partito Democratico che ha legato il suo nome alla proposta di legge sull’omotransfobia e che tenne banco durante gli anni della scorsa legislatura tra varie polemiche.
Nella trasmissione parla il commercialista e revisore legale Stefano Capaccioli confermando che il Pride Village di Padova è gestito dalla società Be Proud Srl, costituita a suo tempo con 3mila euro da tre soci – Zan ne è amministratore unico e socio di maggioranza – e che nel 2022 ha incassato più di un milione e 300mila euro, di cui oltre 700mila euro dagli ingressi all’iniziativa – solitamente 200mila ogni anno – e 450mila euro dagli incassi del bar, organizzato con una consumazione minima al tavolo da 160 euro. E ha pure incassato 180mila di euro di ristori Covid, versando 50mila euro dal suo bilancio al Pd nazionale e locale.
Be Proude srl è affiancata da Virgo, un fondo di investimento dedicato ai tempi Lgbtqia+ che finanzia con 4 milioni di euro queste iniziative e, come sponsor e patrocinatori, dal Comune di Padova guidato dal sindaco civico Sergio Giordani e da società dell’energy e del green.
Zan, all’intervista di Report, ha replicato che “tutto quello che viene guadagnato viene riversato nell’iniziativa, e dunque non c’è nessun tipo di guadagno”, con un suo ruolo “a titolo gratuito, in spirito di servizio”.
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