Diatriba Sanchez Milei, Bertoldi (Istituto Milton Friedman): “Libertà individuale e riforme economiche cruciali per il progresso”
di GIUSEPPE MESSINA
Fa riflettere la decisione del premier iberico Sanchez di ritirare l’ambasciatore spagnolo in Argentina. La notizia della scorsa settimana, è passata in sordina, quasi a non voler dare il giusto peso, soprattutto se collocata in un contesto geopolitico molto liquido e pieno di insidie per la pace mondiale come quello attuale, costellato da troppe guerre scatenate per il controllo dell’ordine mondiale. Il gesto del premier iberico di interrompere le relazioni diplomatiche con il paese sudamericano, il più vicino storicamente alla Spagna, entra a pieno titolo nella corsa per il rinnovo del parlamento europeo, aprendo uno squarcio tra le posizioni socialiste e popolari e quelle conservatori e sovraniste.
In gioco non solo gli equilibri politici a Bruxelles e Strasburgo ma anche la contrapposizione sulla politica economica e monetaria da adottare nei prossimi anni. Da un lato la scuola keynesiana del massiccio intervento statale nell’economia privata, alla quale si è ispirata la Spagna socialista nell’Europa dell’austerity e della politica monetaria restrittiva. Dall’altro quella liberista e libertaria dei fautori di Milton Frieman che puntano sulle politiche basate sul libero mercato, principi che ispirano l’azione dei conservatori e dei sovranisti. Certo è che le storiche relazioni tra i due paesi toccano il livello più basso. Eppure, la Spagna è il terzo investitore al mondo in Argentina, dopo Stati Uniti e Canadà. Molti si chiedono come può un episodio da circoscrivere in un contrasto personale possa assurgere a questione di Stato. Forse perché il presidente argentino Milei è un politico ultra liberista che ha avviato una profonda riforma in Argentina adottando interventi con l’obiettivo di ridurre la partecipazione dello Stato alla vita dei cittadini ed è visto dai burocrati europei come un pericolo? E poi, è soltanto una questione personale oppure di visione politica e geostrategica collegata agli interessi internazionali ed al ruolo dell’Unione Europea nel nuovo assetto mondiale?
A sostenere le ragioni del premier Milei il Direttore Esecutivo dell’Istituto Milton Friedman Institute, Alessandro Bertoldi: “Desidero esprimere il mio pieno sostegno a Javier Milei nella sua diatriba con Pedro Sanchez. In un momento in cui la libertà individuale e le riforme economiche sono cruciali per il progresso delle nostre società, Milei rappresenta una voce coraggiosa e necessaria. La sua dedizione a promuovere politiche basate sul libero mercato, la riduzione della burocrazia e la difesa dei diritti individuali è essenziale per contrastare le tendenze centralizzatrici e stataliste che minacciano di soffocare l’innovazione e la crescita economica”. Bertoldi aggiunge: “In contrapposizione, le politiche di Pedro Sanchez spesso privilegiano un’espansione del controllo statale e interventi che possono limitare la libertà economica e individuale. Credo fermamente che solo attraverso un approccio che valorizza l’iniziativa privata e riduce l’intervento statale si possa garantire un futuro prospero e libero per tutti. Trovo scandaloso che il Premier spagnolo interrompa i secolari rapporti diplomatici con l’Argentina per una battuta del Presidente argentino sull’inchiesta giudiziaria che interessa la moglie di Sanchez. Ha portato il piano personale sul livello diplomatico ed è inaccettabile”.
L’escalation nei rapporti fra i due paesi, legati da stretti vincoli economici, culturali e linguistici, è iniziata con il viaggio in Spagna di dieci giorni fa del capo di stato argentino, il leader della destra liberale, Javier Milei. Lo scorso 19 maggio a Madrid, il presidente argentino, durante un evento organizzato dal partito spagnolo Vox, pur non avendola mai citata, ha definito corrotta la moglie del premier iberico Pedro Sanchez. Non si è fatta attendere la reazione spagnola. Dopo aver chiamato a consulto la propria ambasciatrice a Buenos Aires, María Jesús Alonso Jiménez, il ministro degli esteri spagnolo Jose Manuel Albares ha annunciato, il 21 maggio, che la diplomatica non avrebbe più fatto ritorno in Argentina.
A dire la sua sulla rottura delle relazioni diplomatiche tra Spagna e Argentina anche Salvatore Bendici, presidente dell’Associazione Nazionale delle Famiglie degli Emigrati, ONG italiana di rilievo internazionale, fondata nel 1947. “In primo luogo esprimo il mio grande rincrescimento per la rottura delle relazioni diplomatiche tra due nazioni amiche, storicamente legate da vincoli di fratellanza – dichiara Bendici”. E aggiunge: “Non dimentichiamo che il nuovo mondo è stato costruito dagli emigrati europei; il che è testimoniato dalla lingua, dai costumi, dai vincoli di parentela, dalle medesime radici culturali e dall’intensità degli scambi commerciali. Ciò vale per le relazioni Spagna-Argentina, ma anche per quelle italo-argentine. La comunità argentina di origine e di lingua italiana è numerosa quanto quella ispanica, anche se gli italiani non sono stati colonizzatori. Con la rottura delle relazioni diplomatiche tra Spagna e Argentina, l’Italia è naturalmente vocata a colmare il vuoto che si è creato. Il presidente della ONG traccia una possibile linea di condotta: “L’Italia deve diventare il caposaldo dell’Europa in America latina, nelle relazioni diplomatiche, nei programmi culturali e negli scambi economici”. E aggiunge: “I delegati dell’ANFE in Argentina da tempo ci segnalano l’esigenza che i programmi di diffusione della lingua e della nostra cultura siano implementati con il supporto istituzionale necessario e l’Europa affidi all’Italia il ruolo primario di rappresentanza e promozione.” L’Italia sarà in grado di cogliere questa storica occasione per potenziare la presenza in un grande paese in forte espansione economica come l’Argentina?
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