Diario di Montagna
“DIARIO DI MONTAGNA”: la rubrica a cura di Paolo Consoli
In questa rubrica voglio raccontarvi della montagna, ma anche di me in montagna. Condividerò panorami e percorsi, rifletterò su temi sociali, parlerò di libri e degli obiettivi che inseguo, quelli che non si misurano necessariamente in cifre su un conto in banca.
Sarà uno spazio dedicato a tutto ciò che riguarda la vita da una certa quota in su, uno sguardo su un mondo che, pur distante dal caos quotidiano, riesce a essere straordinariamente vicino a ciò che conta davvero. Sarò il narratore di un angolo autentico, pensato per chi mi segue sui social, per chi mi conosce e anche per chi no, ma trova nei miei contenuti qualcosa di vero.
Sono sempre stato una persona disordinata, un caotico per natura. Eppure, ho imparato che prima di iniziare qualsiasi cosa importante, devo fermarmi a fare ordine. La presentazione per me è come riordinare una camera prima di studiare o sistemare l’ufficio prima di mettermi al lavoro. È un gesto che sembra banale, ma che cambia tutto: quando il caos è sotto controllo, la mente si apre, le idee si allineano e tutto scorre meglio.
Questa abitudine non mi viene spontanea, lo ammetto. È una lotta continua contro la mia tendenza a lasciarmi trasportare dal disordine, ma è anche un’ancora. Prima di iniziare, cerco di ritagliarmi questo momento, per me e per chi ho di fronte. E così, posso cominciare.
Diario di Montagna – Mi chiamo Paolo, ho 29 anni e lavoro nel campo della comunicazione digitale. Vivo in una sorta di paradosso: i social sono al tempo stesso, la mia gabbia e il mio trampolino. Da una parte, sono incatenato a un flusso costante di idee, post, video da concepire, girare e montare. Dall’altra, sono lo strumento che mi permette di esprimere chi sono, come mi sento e cosa voglio fare nel modo più chiaro e ordinato possibile.
Tornando all'”ordine”, è una ricerca che attraversa ogni aspetto della mia vita. Mi affascina l’idea di mettere tutto al suo posto, anche se dentro di me regna un caos quasi primordiale. Forse è proprio questo contrasto che mi rappresenta meglio: un ordine ricercato ma mai veramente raggiunto, un po’ come la natura stessa. Apparentemente libera e disordinata, segue un ritmo perfetto, dove nulla è fuori tempo o casuale.
Ho sempre vissuto sui monti, eppure non mi ero mai davvero avvicinato alla montagna come nell’ultimo anno. È stato un periodo in cui la mia mente cercava spazio, momenti di calma, silenzio, aria pulita. Non quella patina grigia tra le strade delle città carica di tossine, ma un respiro autentico, leggero, che sembra purificarti dall’interno.
Le città, con le loro vie affollate, sono piene di gente incatenata al ritmo frenetico di un ambiente sociale chiaro, a volte persino rassicurante nella sua prevedibilità. Eppure, se guardi ai singoli individui, manca spesso qualcosa: un tratto distintivo, un carattere che li renda davvero unici. Forse è anche per questo che ho sentito il bisogno di salire più in alto, dove il mondo si allarga.
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