Economia

Passa il Dfp tra le polemiche, le quattro linee del governo

di Giovanni Vasso -

L'aula della Camera dei Deputati durante le dichiarazioni di voto del ddl in materia di economia dello spazio, Roma, 06 marzo 2025. ANSA/ANGELO CARCONI


Non senza (le immancabili) polemiche, il Parlamento ha votato sì alla risoluzione della maggioranza sul documento di finanza pubblica, Dfp, per il 2025. La Camera ha decretato il suo via libera con 176 sì e 103 no (a fronte di 4 astenuti) mentre in Senato si sono registrati 88 voti favorevoli, 58 contrari e un solo astenuto. Nel Dfp, che sostituisce il Def, o meglio nella risoluzione adottata dalla maggioranza ci sono quattro indirizzi chiari che afferiscono ad alcune delle questioni centrali degli ultimi tempi. La prima riguarda il rispetto dei paletti che discendono al governo dall’applicazione del nuovo Patto di stabilità. L’esecutivo, nel piano strutturale di bilancio che va presentato a Bruxelles, si impegna “a rispettare il percorso di spesa netta programmatica indicata e previsto nelle raccomandazioni del Consiglio europeo” che risalgono a gennaio scorso. La seconda, invece, afferisce all’emergenza periferie che, fin dai tempi di Caivano, è diventata una delle priorità del governo che si è imposto l’obiettivo di “perseguire l’implementazione delle riforme e degli investimenti indicati nel piano e in particolar modo gli investimenti degli enti locali di progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazione di emarginazione e degrado sociale”. Quindi c’è un’altra vexata quaestio tutta italiana: la sanità. Il governo dovrà impegnarsi “a valutare di adottare misure di sostegno per la prevenzione sanitaria per migliorare lo stato di salute della popolazione ed in particolare l’immunizzazione e lo screening”. Infine, la regina di tutte le questioni: quella legata all’inverno demografico che attanaglia l’Italia. Il parlamento, approvando la risoluzione sul Dpf  impegnerà Palazzo Chigi a “valutare di implementare le misure a sostegno delle politiche giovanili e le misure a sostegno della famiglia, con particolare attenzione alle misure dirette a contrastare la crisi demografica, a sostenere la maternità e la paternità e a promuovere ed incentivare la conciliazione famiglia lavoro”. Europa, sicurezza, sanità e figli spingono e riempiono di senso il primo passo verso il bilancio di quest’anno. Il ministro Giancarlo Giorgetti, assente alle discussioni nelle due aule del Parlamento, s’è premurato di far arrivare il suo ringraziamento direttamente dagli Stati Uniti: “Sono soddisfatto per l’approvazione del Dfp oggi da parte del Parlamento e al tempo stesso sono rammaricato per non essere stato presente alla discussione e alla votazione perché impegnato a Washington ai lavori del Fondo Monetario, ma vorrei ugualmente esprimere il mio personale ringraziamento a tutti i deputati e senatori che hanno votato e agli uffici del Mef che hanno lavorato su questo documento”. Dall’opposizione, però, giunge un coro di proteste. A cominciare dal M5s che s’è visto bocciare l’emendamento che avrebbe trasferito le risorse da Industria 5.0 che, secondo l’ex ministro pentastellato Stefano Patuanelli, “non ha funzionato” al programma di Industria 4.0 che “invece ha funzionato”. Il Partito democratico ha stroncato in toto il Dfp: “Questo Dfp è illegittimo e chi lo approva se ne assumerà completamente la responsabilità”, ha tuonato a Palazzo Madama il capogruppo dem Francesco Boccia che ha avvisato la maggioranza: “Se passa, sarà una vera e propria ferita inferta alla dignità del Parlamento e quindi anche a quella della maggioranza” dal momento che “il documento di finanza pubblica non esiste nella normativa contabile vigente, lo stanno approvando perché lo ha chiesto il Governo e la maggioranza in Parlamento ha obbedito”. Dei cinque testi presentati ciascuno da una delle sigle dell’opposizione (Pd, M5s, Avs, Azione e Iv), nessuno è stato accettato dal viceministro all’Economia Maurizio Leo che li ha rigettati dando l’imprimatur solo alla risoluzione cofirmata dai senatori Malan (Fdi), Romeo (Lega), Gasparri (Fi), Biancofiore (Civici d’Italia-Nm. Di tutt’altro avviso, perciò, il commento dei partiti che sostengono il governo. Per Giorgio Mulé (FI): “È di straordinaria importanza, perché costituisce una chiara e netta indicazione di marcia, aver inserito tra i quattro impegni al governo indicati nella risoluzione di maggioranza al Documento di finanza pubblica un punto dedicato agli screening sanitari. La prevenzione con l’attività di screening per le più diverse patologie è infatti la chiave per migliorare innanzitutto le condizioni di vita dei cittadini e consentire anche consistenti risparmi per il servizio sanitario nazionale”. Fratelli d’Italia esulta: “Il governo Meloni, ha trovato il metodo per bilanciare investimenti e tenuta della spesa, con politiche serie e attente che hanno portato a risultati quali l’aumento della domanda interna e del tasso di occupazione”, ha dichiarato la senatrice Livia Mennuni: “Ciò è il frutto dell’azione politica del governo quali l’aver reso strutturale il taglio del cuneo fiscale, gli incentivi per le assunzioni, il sostegno alle famiglie e al potere d’acquisto”.


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