Esteri

Nove deputati contro Biden, il veleno di Michael Moore

La campagna elettorale di Joe Biden sta prendendo una piega decisamente negativa: adesso sono nove i deputati gli hanno chiesto, ufficialmente, di farsi da parte lasciando a qualcun altro il compito di rintuzzare le ambizioni di Donald Trump. Si tratta di Adam Smith di Washington, Jerry Nadler di New York, Mark Takano della California e Joe Morelle di New York che si uniscono alla richiesta già avanzata da Lloyd Doggett dal Texas, Raul Grijalva dell’Arizona, il deputato del Massachusetts Seth Moulton, la rappresentante del Minnesota Angie Craig e il rappresentante dell’Illinois Mike Quigley. Eppure, dall’entourage di Sleepy Joe c’è chi cerca di far trapelare un po’ di ottimismo affermando che, secondo i riservatissimi sondaggi di cui è in possesso il quartier generale della campagna del presidente uscente, il distacco tra Biden e Trump, negli Swinging States si sarebbe ridotto a due punti percentuali di media. Roba che, se fosse confermata, sarebbe di facile recupero per i dem. A patto che, chiaramente, recuperino un minimo di unità e coesione. Ma dopo le osservazioni e dichiarazioni dei deputati, a tumulare le aspirazioni di Joe Biden è arrivato anche il commento acido del regista Michael Moore secondo cui non consentire al presidente di farsi da parte e confermargli la candidatura non sarebbe altro che un “abuso ai danni di una persona anziana”. Il presidente, intanto, tornerà a Washington dopo l’incontro tenuto a Philadelphia con gli elettori. Biden ha fatto visita a una congregazione religiosa di afroamericani, amica alla sua campagna elettorale, dicendosi estremamente determinato a non mollare. “So che non sembro avere quarant’anni ma ho fatto un po’ di strada”. Quindi, rassicurando l’auditorium sul fatto che il partito sia dalla sua parte (ma oggi meno che mai) ha lanciato quello che potrebbe essere un (nuovo) slogan della sua campagna elettorale più disastrata che mai: “Ognuno di noi è imperfetto”.