La Basilicata ha detto “no” al deposito nazionale per le scorie nucleari sul suo territorio. Nelle scorse ore la Regione lucana ha presentato le ragioni della sua opposizione al progetto in una relazione presentata al Ministero per l’Ambiente e la sicurezza energetica. Nel documento, che integra quello presentato nel 2021 con le osservazioni tecnico-scientifiche, le ragioni del “no” della Basilicata al deposito nazionale. Che si basano, essenzialmente, sui progetti turistici che discendono dai riconoscimenti internazionali alle bellezze del territorio che ospita un tratto importante della Via Appia, recentemente entrata nel patrimonio Unesco, e che prevede la partecipazione dell’area al grande progetto di turismo lento della Via Francigena. C’è poi il progetto di un’isola naturalistica per tutelare le migrazioni degli uccelli nel cosiddetto “Corridoio jonico di migrazione”. Un “no” secco e deciso che è stato ribadito dall’assessore regionale all’Ambiente e alla Transizione energetica, Laura Mongiello, che ha affidato il suo pensiero a una nota: “Abbiamo messo in campo in maniera sinergica tutte le energie tecnico – scientifico per scongiurare l’individuazione del sito in Basilicata. Siamo fiduciosi che con questo massiccio lavoro documentale la Basilicata esca dal ventaglio dei siti idonei”.
Contestualmente è arrivato un altro “no” anche dai Comuni della Tuscia. In particolare, i Comuni di Montalto di Castro, Tarquinia, Tuscania, Canino, Arlena di Castro, Tessennano, Piansano, Cellere e Ischia di Castro, hanno deciso di allearsi per bocciare l’ipotesi, sul loro territorio, del deposito nazionale delle scorie nucleari. Il primo passo è stato quello di opporsi alla valutazione ambientale strategica. Le ragioni, anche in questo caso, sono da rintracciare in progetti turistici, culturali e naturalistici che sarebbero già entrati nell’ambito dei finanziamenti europei (Next Generation Ue e Recovery Fund su tutti) per la valorizzazione delle aree interne. Anche in Sardegna monta la tensione e mentre si allestiscono già presidi nei nuraghi per scongiurare l’ipotesi di portare all’interno dell’isola il deposito nazionale delle scorie nucleari, la governatrice Alessandra Todde ha chiesto un incontro col ministro all’Ambiente Pichetto Fratin.