Cronaca

Delitto di Garlasco: nuova indagine su Andrea Sempio, si riaccende il caso Chiara Poggi

di Gianluca Pascutti -


Dopo quasi 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, il caso torna alla ribalta con una nuova svolta investigativa. La Procura di Pavia ha notificato un avviso di garanzia ad Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, Marco Poggi. Questo sviluppo potrebbe aprire nuovi scenari su una vicenda giudiziaria tra le più discusse degli ultimi decenni.

Un caso giudiziario controverso

Il delitto di Garlasco ha visto sin dall’inizio un iter processuale complesso. Alberto Stasi, all’epoca fidanzato di Chiara, venne inizialmente assolto in primo e secondo grado per poi essere condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni di carcere per omicidio volontario. La condanna si basò su una serie di elementi indiziari, tra cui le incongruenze nelle sue dichiarazioni e le tracce trovate sulla scena del crimine. Tuttavia, negli anni successivi, la difesa di Stasi ha continuato a portare avanti tentativi di revisione del processo, sostenendo l’ipotesi di un errore giudiziario. Tra gli elementi sollevati, la presenza del DNA di Andrea Sempio sotto le unghie della vittima, scoperta nel 2016 ma inizialmente ritenuta non determinante.

Le nuove indagini e la riapertura del caso

La recente notifica di un avviso di garanzia a Sempio da parte della Procura di Pavia segna un punto di svolta nelle indagini. Secondo le nuove analisi condotte dai carabinieri di Milano, il DNA dell’indagato sarebbe stato ritrovato in una posizione che potrebbe suggerire un contatto avvenuto durante una colluttazione. Questo elemento, ignorato nelle indagini precedenti, ha spinto gli inquirenti a riaprire il fascicolo. L’avvocato di Sempio ha dichiarato che il suo assistito è “allibito e sconvolto” da questa nuova accusa, ribadendo la sua estraneità ai fatti. Già in passato, Sempio era stato oggetto di accertamenti investigativi, ma l’ipotesi di un suo coinvolgimento era stata archiviata per insufficienza di prove.

Le implicazioni giudiziarie

La riapertura del caso solleva numerosi interrogativi. Se le nuove prove dovessero risultare decisive, potrebbe emergere un errore giudiziario ai danni di Stasi, già condannato in via definitiva. Questo aprirebbe la strada a una possibile revisione del processo. D’altra parte, la Procura dovrà dimostrare con elementi concreti che le nuove analisi non siano il frutto di contaminazioni o errori investigativi. Si attendono con attenzione gli sviluppi, consapevoli che un eventuale ribaltamento delle conclusioni fin qui raggiunte avrebbe ripercussioni non solo sul caso specifico, ma anche sulla fiducia nell’intero sistema giudiziario italiano.

La nuova indagine su Andrea Sempio rappresenta un ulteriore capitolo in una vicenda che continua a suscitare dubbi e polemiche. Nei prossimi mesi, il lavoro degli inquirenti sarà cruciale per stabilire se il caso di Garlasco debba essere riscritto o se, al contrario, la condanna di Stasi debba restare invariata. Ciò che è certo è che la ricerca della verità non si è ancora conclusa.


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