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Decreti Flussi, si cambia: Palazzo Chigi detta lo stop ai Click Day colabrodo

di Angelo Vitale -


Decreti flussi, si cambia: il governo è determinato a invertire la rotta finora seguita per procedure di immigrazione che sostanzialmente favoriscono un sistema illegale, se non criminale, a causa di Click Day da riformare, anzi da trasformare completamente.

Il Consiglio dei ministri di domani, probabilmente, partorirà quella che si preannuncia come una vera e propria rivoluzione. Un pallino personale della premier Giorgia Meloni, lei la firmataria dell’esposto consegnato nelle mani del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo. Convengono sulla necessità di una svolta anche sindacati e associazioni di categoria.

Da quell’esposto, come ribadito recentemente dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, “l’impulso dato dalla Procura di Salerno, con il coordinamento di varie indagini, che sta dando riscontri. L’ipotesi di infiltrazioni criminali appare avvalorata dalla constatazione che la stragrande maggioranza degli stranieri entrati in Italia negli ultimi anni avvalendosi del Decreto Flussi proviene da un unico Stato, il Bangladesh, in relazione al quale le autorità diplomatiche hanno prospettato l’effettiva esistenza di fenomeni di compravendita di visti per motivi di lavoro. Tale Stato è contemporaneamente quello dal quale fino al 20 settembre di quest’anno proviene la maggioranza relativa di ingressi irregolari”. “Ciò – ha aggiunto – presuppone l’esistenza di un collegamento tra organizzazioni presenti nello Stato di partenza e nello Stato di arrivo”. Mantovano ha parlato espressamente di “crimine organizzato” e di “altri indici di anomalia riscontrati” che non ha voluto dettagliare.

Un quadro allarmante. Anche di questo tema Giorgia Meloni ha parlato a New York, a margine dell’assemblea generale Onu, con il capo del governo provvisorio del Bangladesh, Muhammad Yunus, convenendo con lui un prossimo “accordo bilaterale che contrasti i flussi migratori irregolari, stabilisca una più stretta collaborazione sui rimpatri e, allo stesso tempo, favorisca i percorsi legali”.

Perciò domani, a Palazzo Chigi, la definizione delle linee per un nuovo Decreto che dica stop al Click Day come è stato finora. Quello che ha consentito di indirizzare in Campania, per esempio, un numero di immigrati superiore alle possibilità di lavoro che la regione poteva garantire: alla fine solo il 3% delle procedure si è trasformato in assunzioni. O a tante aziende con quasi zero dipendenti di accedere a procedure informatiche per la chiamata di immigrati che poi non sono stati mai assunti.

La quota triennale di ingressi di lavoratori stranieri (452mila) finora stabilita dai precedenti Decreti Flussi non verrebbe toccata. Ma ci saranno più click day durante l’anno, anche specializzati per tipologie di settore, come in agricoltura e turismo. Sarà realizzata l’interoperabilità tra il sistema informatico in uso e le banche dati del ministero dell’Interno, del ministero del Lavoro, dell’Inps, delle Camere di commercio e dell’Agenzia delle Entrate per una verifica immediata dei dati inseriti nelle domande, che potranno essere precompilate per favorirne il rapido controllo. E saranno individuati i datori di lavoro che non hanno provveduto alla stipula del contratto di lavoro dopo l‘ingresso dello straniero in Italia.


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