Decameron by Netflix, mai visto niente di simile
La serie Netflix della showrunner Kathleen Jordan ovviamente si ispira al capolavoro di Giovanni Boccaccio.
Un gruppo di giovani nobili, nel tentativo di sfuggire all’epidemia di peste nera del 1348, si chiude in una tenuta di campagna e si racconta storie per passare il tempo.
Nell’opera originale, i narratori in isolamento fungono da mera cornice alle novelle narrate. Al contrario, nel (liberissimo) adattamento Netflix, i dieci personaggi (nobili e servitori) sono completamente al centro: alla disperata ricerca di salvezza e distrazione dall’orrore che devasta Firenze, convergono tutti nella splendida Villa Santa per il matrimonio di Pampinea (la strepitosa Zosia Mamet) con Don Leonardo (Davy Eduard King). Questa serie, classificata come dramedy (drama + comedy), in realtà è assolutamente nuova e inclassificabile.
Un vorticoso mix di trame e toni diversi conditi di tanto divertentissimo black humour. Man mano che la stagione procede e il conteggio dei morti sale (la peste non risparmia nemmeno la vita bucolica), lo show affonda sempre più nell’angoscia esistenziale.
I personaggi, profondamente archetipici (la devota, il seduttore, il ricco stolto) cercano di destreggiarsi tra i propri meschini bisogni e un senso di sventura incombente.
Licisca (Tanya Reynolds di Sex Education) incarna il vero spirito di sopravvivenza.
La Pampinea di Mamet, un allegro mostro bisbetico le cui speranze di matrimonio vanno via via naufragando, vibra di ansia repressa, mentre la sua devota serva Misia (Saoirse-Monica Jackson di Derry Girls) si distingue con una performance toccante e straordinariamente sobria. I servitori sono molto più virtuosi e in contatto con la realtà dei loro padroni, ma sono anche intrappolati in un sistema di classi che fa a loro comodo.
All’interno delle mura della tenuta i molti momenti di ilarità, lusso e lussuria precipitano velocemente – spesso senza adeguata preparazione narrativa – in un caos da commedia degli errori.
Le riprese sono state realizzate interamente in Italia, tra Cinecittà, Firenze e Viterbo: Villa Santa infatti è il Castello Ruspoli di Vignanello.
I costumi (bellissimi!) sono stati disegnati da Gabriella Pescucci e Uliva Pizzetti, mentre le sontuose scenografie all’interno del Teatro 5 di Cinecittà, firmate da Luca Tranchino, sono ispirate al Casanova di Fellini.
Il Decameron netflixiano risuona con gli eventi contemporanei (pensiamo al Covid-19 e al crudele destino di chi si trova in Palestina piuttosto che altrove) ma li mette in scena senza mai sbilanciarsi troppo o tradire la propria ambientazione storica.
Difetti a parte, questo grottesco adattamento è uno dei prodotti Netflix più interessanti dell’ultimo anno.
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