Napoli

De Luca promette il nuovo stadio a Salerno ma fa il pieno di polemiche

di Giovanni Vasso -

VINCENZO DE LUCA PRESIDENTE REGIONE CAMPANIA


Nella guerra dello stadio tra Comune di Salerno e la Salernitana irrompe Vincenzo De Luca. Il governatore, con un blitz nella “sua” città promette un impianto nuovo per un investimento da 95 milioni di euro. Intanto, per consentire i lavori, propone il restyling del vecchio (e abbandonato) campo sportivo, dedicato alla memoria di Donato Vestuti, che si trova nel cuore di Salerno. Ma l’exploit dell’ex sindaco, che peraltro evoca la realizzazione del Palazzetto dello Sport, uno dei simboli delle opere incompiute in città, non è riuscito pienamente nel suo intento, che era quello di pacificare una piazza in aperta rivolta contro la politica e il Comune per la gestione del caso Arechi, con la curva Nord ancora chiusa e il club pronto a trascinare l’ente in tribunale.

Sui social ribolle la tensione. Nelle stanze dei bottoni la temperatura è ancora più alta. De Luca, che sa benissimo quanto il calcio sia forse l’unica passione in grado di cementare o di disfare consenso,  non ha lesinato critiche ai “confratelli che dormono”, all’amministrazione comunale che ha lasciato in città per attendere al governo della Regione Campania. La vicenda della Curva Nord è solo l’ultima, e sicuramente la più virulenta, delle polemiche che l’ha investita. Prima ancora, infatti, c’era stata proprio la questione del Vestuti. Un impianto-simbolo per lo sport (non solo per il calcio) che sorge nel cuore della city, a ridosso del centro, che è stato praticamente abbandonato a se stesso. De Luca ventila l’ipotesi di rimetterlo a nuovo, a tempo di record, per farne uno stadio capace di ospitare le gare interne della Salernitana in attesa che i lavori per il nuovo Arechi siano terminati. Più che un’idea romantica, una missione impossibile sotto tutti i punti di vista. Su tutti, quello prettamente numerico. Al suo meglio, se proprio fosse in splendida forma, il Vestuti potrebbe ospitare al massimo 15mila persone. La media spettatori allo stadio per i granata campani supera le 20mila presenze.

Sarebbe più probabile un esilio. A questo punto il club dovrebbe decidere dove fissare la sua base in attesa del nuovo stadio. Si parla con insistenza di Benevento, sicuramente più praticabile di Bari che, nonostante l’antica amicizia tra le due piazze, è troppo lontana da Salerno. Un esilio che avrebbe il sapore di un’autentica beffa per i tifosi. Che sarebbero costretti a vivere l’agognata Serie A in trasferta. La scelta è loro, ha spiegato De Luca. O il Vestuti (e bisognerebbe non solo fare i conti con i tempi dei lavori ma anche coi problemi di logistica e viabilità legati a un piccolo stadio, che si trova in pieno centro e progettato addirittura ai tempi del fascismo) o se imbarcarsi altrove.

La società, che ieri non ha presenziato alla cerimonia dei rendering e dei plastici di De Luca, dei pannelli fotovoltaici, del museo sotto la Curva Sud e dei 18 rutilanti skybox, non potrebbe esserne soddisfatta. Il club, intanto, ha annunciato di essere pronta a far ricorso alle carte bollate. La Curva Nord dell’Arechi chiusa, infatti, costerebbe alle casse granata, stando alle stime della società, qualcosa come 200mila euro, in mancati introiti, a ogni partita. Considerando che ne sono 19 quelle che si disputano ogni stagione in casa, i conti dell’ammanco sono presto fatti.

Insomma, la vicenda rischia di assumere i toni di una vera e propria guerra di tutti contro tutti. In nome dello stadio, De Luca contro il Comune di Salerno, la società contro il sindaco, i tifosi contro De Luca e la giunta comunale. E tutto questo perché, pur di non sanare l’anomalia italiana degli stadi pubblici e “negati” ai club si arriva a ipotizzare l’anomalia semi-autonomista dello stadio “regionale”.


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