De Luca: a Caivano ci vuole un assedio militare
VINCENZO DE LUCA PRESIDENTE REGIONE CAMPANIA
Per De Luca a Caivano occorre insediare una zona di assedio militare. La città del Napoletano ritornata alle cronache per il ripetuto stupro di due minorenni, da giorni è all’attenzione della politica nazionale – la premier Giorgia Meloni ha promesso a breve una sua visita e pure il ripristino dell’ordine e della sicurezza a partire dal Parco Verde luogo storico del degrado e teatro della violenza di gruppo ai danni delle minorenni, oltre che scena di ripetuti delitti negli ultimi anni – , mentre oggi pomeriggio le sue strade vedranno lo snodarsi di un corteo promosso dopo l’accaduto.
“Io credo che dobbiamo andare a Caivano a istituire quasi una zona di assedio militare. È un’espressione forte, non riesco a trovarne un’altra. Dobbiamo dire con grande spirito di verità che a Caivano lo Stato non esiste, non c’è, senza tanti fronzoli, nonostante l’impegno ovviamente di forze dell’ordine estremamente limitate. Lo Stato non c’è, serve uno stato d’assedio un po’ come si fa quando mandiamo i reparti militari nei luoghi di guerra. Dobbiamo decidere: per un anno bisogna togliere l’aria che respirano ai delinquenti che trafficano in droga”. Così il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, a margine di una conferenza stampa a palazzo Santa Lucia.
“Lo Stato non c’è quando alla luce del sole si spaccia droga dal mattino alla sera, alla notte, davanti agli occhi di bambini che camminano e vedono questo traffico di droga senza che nessuno faccia niente”. E De Luca insiste: a Caivano serve uno “stato d’assedio per un anno se vogliamo essere seri”, aggiunge.
“Oggi – ha pure detto – ho sentito gli impegni assunti dal presidente Meloni ed è un impegno apprezzabile, purché ovviamente dietro ci sia la sostanza. La realtà è maledettamente complessa, è inutile dire che bisogna intervenire a 360 gradi, non c’è un solo intervento decisivo”.
Per il governatore “ha ragione il ministro Piantedosi quando dice che c’è un problema culturale, non c’è dubbio e che riguarda i modelli culturali che abbiamo trasmesso ai giovani di Caivano ma non solo. E’ stato devastante l’effetto diseducativo di alcune trasmissioni televisive che riguardavano il fenomeno della camorra”.
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