De Guindos (Bce): “Tassi giù a giugno, salvo imprevisti”
LUIS DE GUINDOS BCE
Un piccolo passo per la Bce, un grande passo per l’economia europea: il vicegovernatore Luis De Guindos, che è sempre stato su posizioni rigide, ha aperto al taglio dei tassi a giugno. “Salvo imprevisti”, ça va sans dire. Secondo l’economista spagnolo, intervistato da Le Monde, il taglio dei tassi a giugno è praticamente “cosa fatta”. Ma, come Lagarde più volte ha sottolineato, ripetuto, dichiarato fino allo sfinimento, non comporterà automaticamente una normalizzazione della politica monetaria di Francoforte: “Ho detto a giugno, sul dopo sono portato a essere molto cauto”, spiega de Guindos che ritiene di confermare che la Bce, sui tassi, ci andrà davvero coi piedi di piombo. Sono tante, infatti, le dinamiche da tenere sotto controllo, le variabili da valutare, le analisi da compiere. Tante, già. Ma sempre le stesse. Deve scendere l’inflazione, devono calare gli stipendi e dobbiamo pregare che il costo della vita negli Stati Uniti non subisca altre impennate tali da indurre la Fed a irrigidirsi ancora di più. Già, perché l’asse Francoforte-New York è stata l’unica costante degli ultimi mesi di crisi da un lato all’altro dell’Oceano Atlantico. “Dobbiamo anche monitorare gli sviluppi su salari e produttività. E dovremo tenere conto di quello che sta accadendo negli Stati Uniti, dove l’inflazione è più elevata. Il livello incertezza rende molto difficile dire” cosa succederà, ha rivelato de Guindos. Che, però, lascia aperto (più) di uno spiraglio a giugno: “Siamo stati molto chiari: se le cose si muovono nella stessa direzione che hanno preso nelle ultime settimane, allenteremo la nostra linea restrittiva monetaria a giugno. Dando per assunto che non ci siano sospese da adesso ad allora, come si dice in francese è un fait accomplit”. Del resto, le pressioni dei mercati sugli economisti di Francoforte si fanno ogni settimana sempre più forti. La finanza internazionale ci sperava, in una strategia meno rigida di questa, già dall’inizio dell’anno. Ma ogni riunione della Bce, finora, s’è tradotta in una delusione. A giugno, però, la musica cambierà. Fino a nuovo ordine.
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