Politica

Ddl Sicurezza, agitazione in maggioranza

di Giuseppe Ariola -


Il governo è alle prese con un delicato equilibrio politico per la conversione del ddl sicurezza e, parallelamente, introdurre maggiori tutele legali per le forze dell’ordine. La premier Giorgia Meloni si trova tra le osservazioni del Quirinale e le pressioni di Lega e Forza Italia, che rischiano di creare ulteriori divisioni nella maggioranza. Le cinque osservazioni sollevate dal Colle sul ddl sicurezza riguardano: le Sim per i migranti; la detenzione delle donne incinte; la resistenza passiva in carcere; la lista delle opere pubbliche strategiche, che dovrebbe essere decisa dal Parlamento e non da organi amministrativi; e l’impossibilità di eliminare le attenuanti in caso di violenze contro le forze dell’ordine. Per evitare un possibile rinvio del testo da parte del Presidente della Repubblica o un intervento della Corte Costituzionale, Palazzo Chigi sembra incline a modifiche e, dunque, a una terza lettura alla Camera, accelerando l’iter per un’approvazione definitiva del provvedimento. Tuttavia, la Lega si oppone a modifiche, insistendo sulla necessità di approvare il ddl sicurezza nella sua forma attuale, per poi valutare eventuali interventi successivi.
A complicare il quadro, si intreccia il dibattito sulle tutele per le forze dell’ordine. La proposta più discussa prevede di evitare l’iscrizione automatica nel registro degli indagati per agenti che usano l’arma di ordinanza nell’esercizio delle proprie funzioni, come nel recente caso del carabiniere Luciano Masini. Fonti di governo specificano che non si tratterebbe di uno “scudo penale” assoluto, ma di un meccanismo per garantire un’indagine più ponderata. La Lega, intanto, ha presentato una proposta di legge per consentire agli agenti l’accesso al gratuito patrocinio. Tuttavia, ribadisce che il ddl sicurezza deve avere priorità. All’interno della maggioranza emergono divergenze: il capogruppo leghista Riccardo Molinari afferma che “il ddl va approvato senza modifiche”, mentre Fratelli d’Italia sembra più aperto alle richieste del Colle. Le opposizioni, guidate dal Pd, plaudono alle aperture di Meloni, ma avvertono contro accelerazioni e forzature.
A complicare la situazione, il caso di Brescia, dove alcune ambientaliste hanno denunciato trattamenti degradanti in Questura, ha alimentato ulteriori polemiche, con le opposizioni che chiedono maggiori tutele per i cittadini e non per gli agenti. Intanto, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria (Osapp) richiede uno scudo penale per l’uso legittimo della forza in carcere. In questo contesto teso, il governo cerca una sintesi tra le spinte interne e le pressioni istituzionali, consapevole che ogni scelta potrebbe allungare i tempi o generare ulteriori conflitti.


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