Attualità

Grana Padano contro i dazi cinesi: “Pronti a confrontarci al G7 Agricoltura”

di Cristiana Flaminio -

Grana Padano, typical Italian cheese, exhibited at Cibus 2012, XVI International Exhibition of Food, Parma, May 8, 2012. ANSA/PIERPAOLO FERRERI


Contro i dazi cinesi sul formaggio scende in campo il consorzio di tutela del Grana Padano. Che chiede un confronto che potrà tenersi in occasione del G7 Agricoltura che si terrà dal 21 al 28 settembre prossimo a Siracusa in Sicilia. Ad annunciare l’iniziativa è stato il presidente del consorzio Stefano Berni che ha fatto il punto della situazione sulla minaccia arrivata da Pechino di aggravare di dazi e balzelli le importazioni di formaggi: “I dazi ipotizzati dalla Cina contro i prodotti lattiero-caseari dell’Europa zootecnica saranno negativi per l’intero continente e soprattutto per la Francia o altri paesi di forte esportazione in Cina. Anche l’Italia rischia delle conseguenze, ma in misura meno rilevante. Per il Grana Padano la Cina, pur non avendo raggiunto livelli di importazione del nostro prodotto in quantità rilevanti, è comunque un mercato in decisa crescita e quindi saremmo sicuramente penalizzati”.

Berni riafferma le intenzioni dei produttori di grana padano per tentare di disinnescare la tensione e ciò che ne potrebbe derivare: “Per la vicenda Cina faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità usando anche l’occasione del G7 Agricolo che si terrà in Sicilia dal 21 al 28 settembre prossimi e che vedrà noi prodotti Dop protagonisti al fianco del nostro ministro Lollobrigida anche per scongiurare questa corsa ai dazi e ai contro dazi”. Berni inoltre ricorda: “Noi siamo a favore della libera scelta del consumatore purché sia essa correttamente informata e legata a prezzi corretti che non vengano eccessivamente gravati da dazi di ingresso. Quindi ci batteremo per questo a tutela dei consumatori italiani e mondiali che non devono vedere la loro capacità di spesa compromessa da costi aggiuntivi di derivazione politica oltre a quelli fisiologici dettati dalla qualità dei prodotti posti in vendita”.

Berni ribadisce di ritenere che “le limitazioni al libero scambio siano sempre un fatto negativo, che condiziona e orienta i mercati in modo artefatto” e che i produttori già scontano le scelte politiche dell’Europa che hanno chiusi interi mercati: “I produttori di Grana Padano hanno già subito blocchi in Russia nel 2014 quando ci fu l’invasione della Crimea – sottolinea Berni – e persero completamente un mercato che si stava rivelando per noi interessantissimo avendo allora raggiunto in pochi anni le 50.000 forme di Grana Padano annue esportate verso Mosca”. Eppure c’è stato un ulteriore problema di cui s’è parlato poco e che ha inferto, a suo tempo, un brutto colpo ai produttori: “Il colpo a noi e ancor di più ai nostri amici del Parmigiano Reggiano, venne inferto dall’aumento rilevante dei dazi che Trump, in un eccesso di protezionismo, aveva imposto ai nostri prodotti di qualità indirizzati in Usa, caseari e non solo. Rischio che potremmo correre anche il prossimo anno dopo le elezioni americane”. Berni richiama a un principio fondamentale in un mercato libero da forzature: “Un conto sono le regole di trasparenza e garanzia per i consumatori che devono essere messi in condizione di scegliere liberamente e in base all’autenticità – sottolinea – e altra cosa sono le applicazioni di dazi rilevanti”.


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