Economia

La Cina replica ai dazi: tariffe su gas e carbone Usa, Google sotto inchiesta

di Giovanni Vasso -


E fu così che la Cina reagì ai dazi di Trump. Da Pechino arriva la ritorsione commerciale alle tariffe americane. Una reazione multidisciplinare, si potrebbe dire storpiando una parola che, già per sé, significa poco. Il governo cinese ha deciso di imporre dazi alle materie energetiche provenienti dagli Stati Uniti. Le tariffe si applicheranno, nell’ordine del 15% sulle importazioni di gas e carbone. Sarà, invece, del 10 per cento l’imposta doganale sul petrolio. Ma non basta. Perché Pechino, così come aveva già fatto quando Bruxelles decise di imporre tariffe sull’export cinese di auto elettriche, ha presentato un articolato e puntuto ricorso al Wto. Ma la più importante delle sanzioni, o meglio delle reazioni, che la Cina si appresta a mettere sul tavolo riguarda Google. Pechino, difatti, ha avviato un’inchiesta sul colosso di Mountain View. L’accusa è quella di aver presumibilmente violato le leggi anti-trust vigenti in Cina. E, del caso, se ne occuperà proprio l’anti-trust. Questo è, forse, il più importante provvedimento del Dragone. Non tanto per gli aspetti economici della vicenda, che anzi appaiono trascurabili dal momento che il grosso delle attività di Google sono state già bandite dal Paese. Quanto per il rilancio nella sfida digitale che la Cina ha lanciato, ormai da tempo, agli Stati Uniti. La politica asiatica si muove non per slogan ma per simboli. E Google è il simbolo della supremazia occidentale sul digitale e lo è pure dello strapotere, della sproporzione, del ruolo fin troppo sbilanciato che l’azienda riveste sul mercato. Al punto che la passata amministrazione Usa pensava a una soluzione di “spacchettamento” per la stessa Google.

Nel pacchetto dei dazi cinesi e delle rappresaglie, infine, il governo cinese ha deciso di inserire anche i metalli. Tungsteno e molibdeno, innanzitutto. La stretta riguarda poi anche tellurio, bismuto e indio e prodotti correlati. Per queste sanzioni son si attenderà oltre: entreranno in vigore immediatamente, come riportano i media cinesi. Per quanto riguarda gli altri dazi, decisi dalla Cina entreranno in vigore tra poco meno di una settimana. La data è quella del 10 febbraio. C’è tempo, quindi, per eventuali trattative. E non è detto che l’escalation non rappresenti che la volontà di sedersi al tavolo in una posizione strategicamente più rilevante. Intanto, dopo quelli al Messico, gli Usa hanno deciso di congelare anche i dazi al Canada.


Torna alle notizie in home