Esteri

“Day after a Gaza”. Ecco le condizioni di Abu Dhabi

di Ernesto Ferrante -


Il ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, Abdullah bin Zayed, ha dichiarato che il suo Paese non avrà alcun alcun ruolo nel “day after” a Gaza senza l’istituzione di uno Stato palestinese. “Gli Emirati Arabi Uniti non sono pronti a sostenere il ‘day after’ la guerra a Gaza senza l’istituzione di uno stato palestinese”, si legge nel suo post su X. La condizione era stata posta già a maggio.

Aerei da combattimento israeliani hanno colpito due edifici a Blida, nel Libano meridionale, dove l’esercito ha reso noto di aver individuato un gruppo di combattenti di Hezbollah. Almeno 13 persone sono rimaste ferite in un altro raid sulla città di Kfar Rumman nei pressi di un edificio.

Il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, ha inviato una lettera a Hassan Nasrallah in cui ha espresso apprezzamento al segretario generale del gruppo sciita per il sostegno ricevuto durante la guerra con lo Stato ebraico. Lo ha riferito l’emittente filo-Hezbollah al-Mayadeen, evidenziando che Sinwar ha ringraziato Nasrallah per le condoglianze a seguito dell’uccisione a luglio dell’ex capo politico del movimento islamico di resistenza, Ismail Haniyeh, in un’operazione a Teheran attribuita a Tel Aviv.

Il leader della fazione palestinese ha sottolineato che “la processione benedetta dei martiri crescerà in forza e in potenza nella lotta contro l’occupazione nazi-sionista” e giurato di continuare a combattere “il progetto sionista” tra i ranghi del cosiddetto “Asse della Resistenza” capeggiato dalla Repubblica islamica dell’Iran, “finché l’occupazione non sarà sconfitta e spazzata via dalla nostra terra e non sarà stabilito il nostro Stato indipendente con piena sovranità e con Gerusalemme come capitale”.

Secondo quanto riportato dal quotidiano turco Hurriyet, il capo dell’Organizzazione di intelligence nazionale turca (MIT), Ibrahim Kalin, ha tenuto dei colloqui con i leader di Hamas ad Ankara per discutere di un cessate il fuoco nell’enclave palestinese. Nel rapporto viene precisato che il faccia a faccia si è concentrato sui negoziati in corso, compresi i punti critici come il rilascio degli ostaggi e le modalità per facilitare l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.


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