Dopo il buon successo ottenuto da “La cena perfetta”, Davide Minnella è tornato nelle sale cinematografiche con un nuovo film: “Cattiva coscienza”. Un successo immediato per il poliedrico regista che, soddisfatto anche delle numerose positive recensioni sinora ottenute, si racconta a L’Identità.
Davide, come nasce “Cattiva coscienza”?
Nasce da una bellissima sceneggiatura scritta da Stefano Sardo, Giordana Mari e Teresa Gelli. L’idea è di per sé molto semplice: ognuno di noi ha una coscienza, ma che vita fanno le nostre coscienze? Frustrate, neglette, inascoltate, in servizio di counseling permanente. Il film racconta la storia di una di loro.
La migliore coscienza, destinata a una grande carriera e per questo un po’ tracotante. Quando il suo protetto entra in crisi prima del matrimonio, questa coscienza rischia di perdere la sua promozione e decide di scendere sulla terra per rimettere le cose a posto prima che la Presidente delle Coscienze se ne accorga, ma una volta sulla terra niente sarà più come prima.
Nel cast spiccano Francesco Scianna, Matilde Gioli e Filippo Scicchitano…
“Cattiva coscienza” ha l’ambizione di sviscerare con grande onestà sentimenti umani veri e universali: il divario tra passione e ragione, la paura di crescere rinunciando per sempre a una parte di sé, e, infine, l’equilibrio tra io e super-io. Al centro di questa storia c’è la triplice scissione tra quello che siamo, quello che vogliamo essere e quello che dobbiamo essere. Per poter raccontare tutto questo avevo bisogno di veri fuoriclasse…e per questo motivo che ho voluto fortemente Francesco Scianna, Matilde Gioli e Filippo Scicchitano. E con loro tutto il resto del cast: Caterina Guzzanti, Beatrice Grannò, Drusilla Foer, Alessandro Benvenuti, Giovanni Esposito, Motta, Gianfranco Gallo. Attori generosi e unici che hanno saputo con grazia dar vita a personaggi complessi e ricchi di sfumature. Un cast davvero pazzesco, a mio avviso. Avercene di così.
Qual è il messaggio che speri possa arrivare allo spettatore attraverso questo film?
Questa è una commedia dove tutti sbagliano, anche quelli chiamati a correggerci la rotta, e dove l’amore resta sia una speranza che una minaccia, perché “spegne la coscienza”. Le domande che i nostri protagonisti si pongono nel corso del loro percorso sono diverse: Esiste un modo per vivere secondo coscienza, senza dimenticarsi di sé, e senza dimenticarsi degli altri? Cosa significa vivere? E cosa si è disposti a perdere per amore?
A fare sempre quello che è giusto non si perdono per strada gli insegnamenti preziosi che derivano dagli errori, dai deragliamenti?
Il film indaga intorno a queste “semplici” domande e prova a darci una risposta.
Prima di “Cattiva coscienza” hai ottenuto un buon successo con la pellicola “La cena perfetta”. Quali sono state le principali differenze nella lavorazione?
Si tratta di due film completamente diversi tra loro. “La Cena Perfetta” è una commedia romantica ambientata in gran parte in un ristorante, quindi poche location e due soli protagonisti, “Cattiva Coscienza”, invece, è una commedia che è stata girata in tantissime location e, soprattutto, è una commedia corale e in quanto tale il lavoro di messa in scena è stato decisamente più complicato da costruire e da creare.
Prossimo step cinematografico?
Sto già pensando al mio prossimo film, sempre prodotto da Fulvio e Federica Lucisano e quindi dall’Italian International Film. Vorremmo raccontare una storia ancora più ambiziosa…ma è ancora presto per parlarne.
Gli attori che muori dalla voglia di dirigere?
Sono diversi, devo dire. Amo lavorare con gli attori e credo di averlo un pochino dimostrato con questi due film. Sono uno di quei registi che non si risparmia e che lavora tantissimo con i propri attori alla costruzione del personaggio. Mi piacerebbe sicuramente lavorare con tutti gli attori con cui ho lavorato finora e a loro mi piacerebbe aggiungere Alessandro Borghi, Claudia Pandolfi, Kim Rossi Stuart, Pierfrancesco Favino, Sabrina Ferilli e ne avrei ancora altri dieci…