“Dare senza chiedere nulla in cambio” il Giubileo dei Diaconi
Si è svolto dal 21 al 23 febbraio scorso il Giubileo dei Diaconi a Roma, con la partecipazione di migliaia di diaconi provenienti da tutto il mondo. Il programma ha visto la massima partecipazione da parte degli intervenuti, tra momenti di catechesi uniti all’edificante passaggio della Porta Santa che prevedeva anche la Santa Messa in Piazza San Pietro officiata dal Santo Padre che, come è noto, non ha potuto celebrare per le problematiche di salute che, negli ultimi giorni, lo stanno riguardando.
Il suo quadro clinico risulta ancora critico, anche se negli ultimi giorni ha riposato ed ha avuto un leggero miglioramento dovuto alla somministrazione della nuova terapia e dell’ossigeno. Pertanto il Pontefice ha delegato a presiedere tale celebrazione monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione. Ricordiamo che durante tale Messa in ventitré (due dal Brasile, sei dalla Colombia, uno dalla Francia, tre dall’Italia, tre dal Messico, due dalla Polonia, tre dalla Spagna, tre dagli Stati Uniti) hanno ricevuto l’ordine sacro del diaconato, accadimento altamente significativo.
Ricordiamo che nel cristianesimo delle origini il diacono (termine greco che significa servitore) assolveva a un servizio amministrativo e di assistenza al Vescovo. Dalla stessa parola deriva anche diakonia (ovvero ‘ministero’) infatti, formatasi la struttura gerarchica, i diaconi furono inferiori solo ai presbiteri ed ai vescovi, con funzioni di assistenza verso quest’ultimo che li aveva ordinati: distribuivano l’eucaristia, leggevano i testi sacri ed erano dediti alla predicazione. Tornando allo sguardo dell’intera Piazza essa era gremita da oltre seimila tra pellegrini e Diaconi festanti con le loro famiglie al seguito provenienti da circa cento paesi del mondo. Il monito in questa giornata così significativa ai presenti ed è stato: “Dare senza chiedere nulla”. Questa è stato il messaggio dell’omelia scritta dal Papa per loro e letta da Mons. Fisichella ossia: “Dare senza chiedere nulla in cambio unisce, crea legami, perché esprime e alimenta uno stare insieme che non ha altro fine se non il dono di sé e il bene delle persone”. E ancora prosegue: “San Lorenzo, vostro patrono, quando gli fu chiesto dai suoi accusatori di consegnare i tesori della Chiesa, mostrò loro i poveri e disse: ‘Ecco i nostri tesori!’. E inoltre: ‘Questo fate voi: mariti, padri e nonni pronti, nel servizio, ad allargare le vostre famiglie a chi è nel bisogno, là dove vivete’. Così la vostra missione, che vi prende dalla società per immettervi nuovamente in essa e renderla sempre più un luogo accogliente e aperto a tutti, è una delle espressioni più belle di una Chiesa sinodale e ‘in uscita’”. E inoltre dice Monsignor Fisichella: “Sentiamo il Papa in mezzo a noi, il Signore lo assista nella prova e nella malattia”. Sempre Monsignor Fisichella, riguardo l’Anno Santo, sostiene che è un compito organizzativo non da poco conto e, a tal fine, ha dichiarato: “Mi fa particolarmente piacere dovere dare lettura dell’omelia che Papa Francesco avrebbe lui stesso comunicato a tutti quanti voi in questa domenica particolare.
Nella celebrazione eucaristica dove la comunione assume una dimensione più piena e significativa sentiamo il Papa, benché in un letto d’ospedale, vicino e in mezzo a noi e questo ci obbliga a rendere ancora più forte e intensa la nostra preghiera perché il Signore lo assista nel momento della prova e della malattia”. In Vaticano si è svolta la veglia di preghiera. Successivamente voluta dal Cardinale Parolin. Mentre i Diaconi permanenti ed ordinandi diaconi si sono radunati in Aula Paolo VI per confrontarsi sul loro ruolo all’interno di una Chiesa sinodale e missionaria che sia insomma di testimonianza. Infine il cardinale Lazarus You Heung-sik, prefetto del Dicastero per il Clero, nel presiedere il loro incontro in loro sostegno ha affermato: i diaconi sono uomini di comunione, ponti tra il sacerdozio ministeriale e il sacerdozio comune dei fedeli. Insomma che essi possano essere un esempio per tutti noi.
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