Dall’Ue ennesima procedura d’infrazione contro l’Italia
Ci avete fatto caso? Quel pacco di pasta leggermente più piccolo, quella lattina di dimensioni ridotte, quelle confezioni di detersivi che sembrano uguali a prima ma non lo sono. Ebbene, si tratta di una strategia commerciale ben precisa: ridurre la quantità di un prodotto mantenendone invariato il prezzo, una pratica che le aziende adottano per contenere i costi senza dare l’impressione ai consumatori che ci sia stato una variazione. E questa pratica, non proprio trasparente, ha un nome: “shrinkflation”, neologismo inglese nato dalla fusione fra il verbo to shrink, cioè restringere e dal sostantivo inflation, cioè inflazione. Il governo Meloni ha provato ad arginare il fenomeno obbligando le aziende a inserire un’etichetta sui propri prodotti per segnalare questa “anomalia”. Una decisione per tutelare i consumatori che però ha trovato l’opposizione, ça va sans dire, della Commissione europea, che ha avviato l’ennesima procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. Con buona pace di Draghi che anche ieri, in Senato, ha tuonato contro “l’eccesso di regolamentazione” da parte di Bruxelles.
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