Dalle borse agli abiti griffati: tutte le spese pazze di Lady Soumahoro
Il diritto all’eleganza di Lady Soumahoro, a spese nostre e sulla pelle dei poveri migranti. Così spudorato, senza scrupoli e poco compatibile con l’attività delle coop che a Latina gestivano l’accoglienza. Il deputato con gli stivali, Aboubakar Soumahoro, giura di non sapere nulla del sistema illegale attraverso il quale sua moglie Liliane Murekatete e sua suocera Marie Therese Mukamatsindo gestivano i milioni di euro di fondi pubblici, entrati nella casse delle cooperative Karibu e Consorzio Aid, finite sotto la lente della Guardia di Finanza lo scorso anno, dopo la denuncia dei lavoratori non pagati che hanno scoperchiato il vaso di Pandora. E che ora hanno portato ai domiciliari le due donne, accusate di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) e autoriciclaggio. Gli inquirenti hanno ricostruito le spese pazze di casa Soumahoro, che ormai da anni faceva affari con gli immigrati e aveva vinto bandi per oltre 65 milioni di euro.
Soldi che sarebbero serviti per le strutture dell’accoglienza, il cibo per gli ospiti, i pocket money e i servizi di prima necessità e che invece sono finiti nelle tasche di Liliane e della sua famiglia. Una famiglia che avrebbe “mostrato elevata spregiudicatezza criminale nell’attuare un programma delinquenziale a gestione familiare”, con “malafede” e “condotte volontarie”, volte a distrarre più denaro possibile dalle casse delle coop. Sono due i milioni di fondi pubblici per ora sequestrati dalla Finanza. Ma l’elenco dei soldi spariti è così lungo da occupare 120 delle 152 pagine dell’ordinanza del gip. Tra il 2017 e il 2022 sono stati dirottati dai conti della Karibu e dalle carte di credito, usate come bancomat personali, oltre 920mila euro. Sono in corso inoltre approfondimenti su alcuni bonifici, tra cui uno da 8.270 euro del primo dicembre 2017, recante la causale “rimborso trasporto cibo africano”. Queste operazioni non trovano riscontro, così come i 10mila euro, con la stessa causale, inviati a Liliane il 27 settembre 2017. Nello stesso anno sono arrivati alla moglie del deputato di sinistra due bonifici per un totale di 70mila euro per consulenze.
A dimostrazione del diritto all’eleganza di Lady Soumahoro, la mappa del lusso tracciata dall’elenco movimenti delle carte di credito. L’eleganza nel vestire, con abiti di Ferragamo per un totale di 1.990 euro spesi nella boutique di Roma il 2 dicembre 2018 o i 1.260 pagati al negozio Cannella di abbigliamento donna a Latina. L’eleganza in camera da letto, con 700 euro di acquisti da Intimissimi il 21 aprile 2018. L’eleganza del corpo, tra un salone di bellezza di Assisi (150 euro), un profumo da 298,90, un monile in oro pagato 480 euro in gioielleria il 6 settembre 2018 e gli integratori per la palestra comprati online nel 2021. L’eleganza dello spirito, tra hotel di lusso in giro per il mondo e ristoranti gourmet. Per saldare un quattro stelle in Ruanda il Primo gennaio 2018 sono stati sottratti alle spese per il cibo, già scadente, dei migranti ben 2.140 euro. Sempre in Ruanda, all’enoteca Tiani’s, il 29 maggio 2018 sono stati strisciati 2.148,66 euro mentre all’Ecco Restaurant di Drummoyne, in Australia, il 4 marzo 2020 la cena è costata 364,70 euro.
Il mese prima, a febbraio, la carta prepagata intestata alla suocera di Soumahoro, che la ricaricava spostando continuamente denaro dal conto Karibu, è stata utilizzata, nel momento di lockdown da covid, per una serie di cene costosissime al ristorante Gusto Italiano, aperto a Kigali da Richard Mutangana, figlio di Maria Therese e cognato di Soumahoro. Il 5 febbraio un pagamento da 1.098,07 euro, il 19 da 1.235,07, il 20 da 893,17, il 21 altri 1.129,49 e il 25 un conto da 1501,83. Scontrini sospetti, che fanno il paio con le condotte “distrattive” di Mutangana, il quale “avendo la disponibilità delle credenziali di accesso al conto corrente principale della Karibu e della Jambo, ha potuto disporre, a suo piacimento, delle risorse pubbliche erogate per la gestione dei migranti, trasferendo ingenti risorse di denaro pubblico a favore di se stesso”, ha scritto il gip. Tra il 2017 e il 2019 Mutangana, solo sulla sua prepagata, ha spostato oltre 210mila euro, mentre alla Jambo, ritenuta una società satellite della Karibu, sono stati dirottati nello stesso periodo 922.095 euro con bonifici esteri. Sempre a lui sono stati mandati, nel 2018, oltre 15mila euro di “pocket money” destinati ai migranti, che il cognato di Soumahoro ha invece speso per pagarsi le bollette
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