Attualità

Dal Sole Invitto al Giubileo della speranza

di Andrea Canali -


Ci piace esordire ricordando cosa anticamente rappresentava, prima dell’avvento del Cristianesimo, la giornata del 25 dicembre cadente subito dopo il solstizio invernale, in quanto, appunto, era considerato il giorno del “Sole invincibile” cioè il giorno in cui il Sole durante l’anno fosse più in alto in assoluto. Successivamente, con l’affermarsi del Cristianesimo, tale giorno è divenuto, per convenzione, il giorno della nascita di Gesù. La vigilia di Natale da sempre suscita tante emozioni per migliaia di credenti: in ogni caso, quella appena passata, può ritenersi unica in quanto è combaciata con l’apertura della Porta Santa dove il Papa, da seduto, ha esortato i fedeli. A tal proposito, come non evidenziare che questa è l’occasione rappresentata dal tempo di Natale e dal Giubileo della speranza, iniziato lo scorso 24 dicembre, che, come spiega il vescovo di Roma, sono momenti che esortano a diventare “pellegrini di speranza” e non guardare al futuro “con pessimismo e rassegnazione”. “Le guerre, le ingiustizie sociali, le tante forme di violenza che sperimentiamo ogni giorno – rimarca il Pontefice -, non devono trascinarci nella tentazione dello scetticismo e dello sconforto”.
Non per ultimo, sono state aperte anche le altre Porte Sante, come quella della Basilica del Laterano, ricolma di fedeli, dalla quale è stato lanciato da Papa Francesco tale monito: “Non ci salveremo soli ma come famiglia”. Afferma ancora Sua Santità: “Oggi, mentre attraversiamo questa Porta che sono le braccia del Padre, il nostro pensiero si rivolge con particolare compassione a coloro che si sentono lontani e indegni e a quelli che portano nel cuore il peso di amarezze profonde e non si sentono più figli amati”. Il cardinale vicario varca per primo l’ingresso della basilica madre seguito dai rappresentanti della Chiesa di Roma, ma anche mamme, bambini, scout e il popolo di Dio in generale.
Le lunghe giornate di festa e di riflessione hanno esortato i fedeli (compresi i carcerati di Rebibbia dove il 26 dicembre il Sommo Pontefice ha aperto in piedi la porta santa) alla “speranza” che poi è il fulcro del messaggio di questo Giubileo (ed è una come noto, delle tre virtù teologali insieme alla fede e alla carità), come invece il giorno della festa della Santa Famiglia di Nazaret, Papa Francesco all’Angelus ha ricordato e detto: “Rivolgo un saluto speciale alle famiglie qui presenti e a quelle collegate da casa attraverso i mezzi di comunicazione. La famiglia è la cellula della società, la famiglia è un tesoro prezioso da sostenere e da tutelare. Preghiamo per le famiglie che soffrono a causa delle guerre, nella martoriata Ucraina, in Palestina, in Israele, Myanmar, Sudan, Nord Kivu. Preghiamo per tutte queste famiglie in guerra”.
Pertanto vi è una necessaria speranza di pace, tema centrale parimenti alla misericordia, che invece aveva caratterizzato il Giubileo straordinario del 2015 dedicato proprio alla Misericordia. Anche Teofilo III Patriarca Ortodosso di Gerusalemme il quale, nel giorno della Epifania, conferma il fatto che cattolici e ortodossi si trovino insieme sia a Gaza ma non solo, richiama la speranza ovviamente orientata alla pace. I Re Magi, tramite un corteo in costume di mille figuranti in San Pietro, accompagnano il rito della Befana che, con i suoi doni, rende felici i più piccini e ci sia augura fermamente che porti anche pace e fraternità. A tal proposito nell’omelia di Epifania nella Basilica di San Pietro, Il Sommo Pontefice rammenta ai fedeli che “Dio non si rivela a circoli esclusivi o a pochi privilegiati, Dio offre la sua compagnia e la sua guida a chiunque lo cerchi con cuore sincero”, “Dio cerca tutti, sempre. Dio cerca tutti, tutti”. E ancora Bergoglio chiosa: questo ci deve fare “meditare su questo oggi, in un mondo dove le persone e le nazioni, pur dotate di mezzi di comunicazione sempre più potenti, sembrano diventate meno disponibili a comprendersi, accettarsi e incontrarsi nella loro diversità”. Quindi: “I Magi ci insegnano ad alzare lo sguardo verso la stella e a seguire i grandi desideri del nostro cuore”.


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