Attualità

Dal primo luglio mercato libero luce e gas: non cambia nulla per i clienti “vulnerabili”

di Angelo Vitale -


Dal primo luglio avrà termine il mercato a maggior tutela per la fornitura di energia elettrica e del gas: circa 4 milioni di utenti devono decidere se scegliere subito un nuovo gestore o se passare, temporaneamente, al servizio a tutele graduali. L’obiettivo è la completa liberalizzazione del mercato elettrico e un risparmio significativo sulle bollette. Per quello del gas il servizio di tutela non è più disponibile già da gennaio, mentre per quello della luce la scadenza è prevista tra pochissimi giorni.

Chi è classificato come “cliente vulnerabile” (over 75, disabili o familiari di pazienti collegati ad apparecchiature, percettori di bonus sociali o chi vive in piccole isole non interconnesse) non deve fare nulla per rimanere nel mercato tutelato. Gli altri utenti, invece, saranno spostati automaticamente al servizio di tutela graduale ricevendo la corrente dall’operatore che si è aggiudicato la loro zona in un’asta pubblica, con una tariffa fissata da Arera e dall’operatore stesso.

Ma cosa deve fare qualcuno che vuole cambiare gestore? Dopo aver scelto, tra le diverse offerte disponibili, quella più adatta alle proprie esigenze – avverte Arera – “è sufficiente stipulare il nuovo contratto di fornitura in sostituzione di quello precedente. Sarà il nuovo venditore ad attivare la procedura di cambio venditore (switching) e cessazione del vecchio contratto (recesso)”.

Un cambio gratuito. Cambiare venditore non ha costi per il cliente, salvo gli eventuali costi connessi alla sottoscrizione del nuovo contratto: imposta di bollo, se dovuta in base alla normativa fiscale, e deposito cauzionale o altra garanzia, se previsto dal contratto.

In particolare, l’imposta di bollo è dovuta in caso di contratto non redatto sotto forma di corrispondenza commerciale, o di contratto redatto sotto forma di corrispondenza commerciale che necessiti di registrazione presso l’Ufficio del Registro (di norma soltanto nei “casi d’uso”, per esempio quando il contratto deve essere depositato presso le cancellerie giudiziarie in seguito ad attività amministrative o presso pubblici uffici).


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