Dal Mimit 500 milioni al settore moda
Il Mimit arriva in soccorso del comparto moda, con un pacchetto di incentivi da 500 milioni di euro nel 2025. In previsione contratti di sviluppo (100 milioni), per progetti di investimento superiori a 20 milioni di euro, con contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati, mini contratti di sviluppo (100 milioni), per investimenti tra 3 e 20 milioni, con analoghe agevolazioni, transizione ecologica e digitale (15 milioni), per Pmi, con contributi fino al 50% delle spese sostenute per formazione, tecnologie digitali e certificazioni di sostenibilità, sostenibilità nella filiera moda (30,5 milioni destinati a investimenti in macchinari, brevetti e ricerca per le pmi del tessile e della concia), credito d’imposta R&S (250 milioni), per aziende in difficoltà, con sospensione delle rate garantite da Fondo di garanzia e Sace. In totale mezzo miliardo di euro, come analizzato da Unimpresa, nel piano di risorse 2025 confezionato dal ministero.
Il percorso del governo, illustrato ieri al Tavolo della Moda svoltosi a Roma, punta, dunque, a rilanciare definitivamente con questi 500 milioni il settore in un momento che mette a dura prova le aziende manifatturiere: da un lato, i grandi marchi del lusso, sempre più volubili, riducono gli ordini e impongono prezzi di produzione insostenibili, dall’altro la ricerca di margini di profitto elevati spinge molte imprese a delocalizzare le produzioni all’estero. Una corsa al ribasso che colpisce duramente le piccole realtà artigianali.
La presidente Unimpresa Moda, Margherita de Cles, parla di “un fiore all’occhiello dell’Italia che è diventata un’eccellenza fragile. Le micro e piccole imprese necessitano di sovvenzioni per supportare la qualità della filiera. E serve un sistema fiscale agevolato, ad esempio per i primi sette anni sulla falsa riga dell’imprenditoria giovanile, riducendo la burocrazia inutile, mentre resta fondamentale il reshoring delle aziende italiane con incentivi specifici”.
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