Esteri

PRIMA PAGINA-Dal G7 condanna all’Iran per i razzi su Israele

di Giuseppe Ariola -


Ferma condanna dell’attacco iraniano su Israele e insistere per individuare una soluzione diplomatica del conflitto finché sarà ancora possibile percorrerla. È sostanzialmente questa la linea emersa da una conferenza dei leader del G7, svoltasi telefonicamente e convocata d’urgenza da Giorgia Meloni, che l’ha presieduta, a seguito dell’escalation della crisi in Medio Oriente. La situazione nella regione si fa sempre più incandescente e i timori di un allargamento del conflitto si intensificano di ora in ora allarmando la comunità internazionale. Dopo il lancio di missili partiti dall’Iran e giunti in territorio israeliano, la rappresaglia da parte del governo di Tel Aviv appare scontata, tanto che i vertici dell’Idf hanno già rivendicato la propria capacità di “raggiungere e colpire qualsiasi punto del Medio Oriente”. A quel punto le conseguenze sarebbero imprevedibili, perché ritorsione dopo ritorsione – il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha già annunciato che “se Israele risponde, noi risponderemo in modo più forte e duro” – si aprirebbero scenari catastrofici che condurrebbero a una guerra di portata ben maggiore a quella attualmente in corso. I leader del G7 lo sanno bene ed è per questo che chiedono che la prova muscolare andata in scena negli ultimi giorni finisca qui. Dunque, solidarietà a Israele per la pioggia di missili, quasi 200, con cui è stata presa di mira da parte del governo di Teheran, ma anche e soprattutto la constatazione “che un conflitto su scala regionale non è nell’interesse di nessuno e che una soluzione diplomatica risulta ancora possibile”, si legge nel comunicato diffuso da Palazzo Chigi al termine del vertice telefonico. Tra le righe si può leggere quasi un appello a tutte le parti in causa affinché si ponga fine alle ostilità. Il tenore è bene o male lo stesso utilizzato dall’Onu nel proprio appello per un cessate il fuoco, ma le risposte giunte finora non vanno nella direzione auspicata. “Siamo sotto attacco, non è solo una escalation, ma un assalto alla nostra esistenza”, ha infatti dichiarato l’ambasciatore israeliano all’Onu Danny Danon intervenendo al Consiglio di Sicurezza, aggiungendo che “le richieste quotidiane alla de-escalation aiutano l’Iran. Teheran deve pagare, tutto il resto è complicità”. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha se possibile rincarato la dose: “Siamo nel mezzo di una dura guerra contro l’asse del male dell’Iran”, ha dichiarato in video con il quale ha rivolto le proprie condoglianze alle famiglie dei soldati caduti in Libano. Lo stesso presidente americano, Joe Biden, terminata la riunione del G7, in una nota diffusa dalla Casa Bianca ha fatto espresso riferimento alla necessità di “coordinare la risposta a questo attacco, comprese nuove sanzioni” nei confronti dell’Iran e ha poi ribadito “il fermo impegno degli Stati Uniti per la sicurezza di Israele”. Già da giorni, infatti, gli Stati Uniti hanno intensificato la propria presenza militare, sia con mezzi che con uomini, nell’area mediorientale e nel corso dell’attacco iraniano parte dei missili intercettati sono stati abbattuti proprio dalle forze americane e da quelle inglesi. Sulla necessità di “mantenere un canale di dialogo con l’Iran” per tentare una mediazione seguendo i canali diplomatici, resta invece posizionato il governo italiano, con il ministro degli Esteri Antonio Tajani che, ieri mattina, nel corso di un’audizione presso le commissioni congiunte Esteri e Difesa di Camera e Senato pur non nascondendo le “preoccupazioni per la postura regionale di Teheran, che ha un effetto destabilizzante in un contesto già molto precario”, ha sottolineato che “l’escalation delle ultime ore ci spinge ancora di più a lavorare per la pace e per il dialogo”. Stessa linea che ha tenuto la premier Giorgia Meloni nel corso del Consiglio dei ministri che ha preceduto il vertice telefonico del G7: “Nel condannare l’attacco iraniano a Israele – ha detto l’inquilina di Palazzo Chigi – abbiamo condiviso la profonda preoccupazione per gli sviluppi in corso e lanciato un appello alla responsabilità di tutti gli attori regionali, chiedendo di evitare ulteriori escalation”.


Torna alle notizie in home