Politica

PRIMA PAGINA-Da Sangiuliano una Boccia sul governo

di Giuseppe Ariola -


Anche nel caso di Sangiuliano Una cosa è la politica, un’altra solo le questioni giudiziarie e altro ancora sono quelle morali che non dovrebbero interferire né con la prima né, tantomeno, con le seconde. Non c’è nulla di peggio che guardare dal buco della serratura di chi ricopre incarichi pubblici al fine di trasportare le sue vicende private nell’agone politico o di strumentalizzare la sua intimità a fini giudiziari. Di pari, chi ricopre incarichi istituzionali ha l’obbligo di impedire che le questioni strettamente personali ne compromettano l’operato o che semplicemente interferiscano in qualsiasi modo con il proprio mandato. Si tratta di una questione di opportunità, che è qualcosa di differente dall’etica o dalla morale che sono legittimamente differenti per ciascuno. Gennaro Sangiuliano è caduto su questo terreno e consapevole dello scivolone avrebbe rimesso il mandato nelle mani della premier. Ma la questione è tutt’altro che chiarita e, anzi, necessita di ulteriori chiarimenti. Perché un ministro della Repubblica si presenta ad eventi istituzionali, incontri pubblici e presenzia a riunioni accompagnato da una persona che non fa ufficialmente parte del suo staff? A che titolo una donna senza alcun tipo di incarico formale ha scambi di posta elettronica con dipendenti, pro tempore o meno, del ministro della Cultura per questioni attinenti agli affari del dicastero, a prescindere che contengano documenti più o meno riservati? Oltretutto alterando il delicato equilibrio tra il ministro e il proprio staff. Come è possibile che il biglietto aereo di un ministro e quello di una terza persona, presumibilmente un suo agente di scorta, finiscano nella casella di posta di un individuo che non ha alcun rapporto professionale con l’esponente del governo? Tutto questo, ovviamente imbarazza la maggioranza e mette in difficoltà l’intero governo facendo il gioco dell’opposizione che alza sempre più il tiro. E a essere imbarazzata, oltre che furiosa, è innanzitutto Giorgia Meloni che non a caso, intervenendo alla riunione dell’esecutivo nazionale di Fratelli d’Italia che si è svolto ieri tra le mura di Montecitorio, ha tenuto a ricordare che “tutti noi abbiamo un compito molto più grande delle nostre aspettative e dei nostri desideri e dobbiamo essere capaci di tenerlo ben presente ogni giorno. Soprattutto quando possono presentarsi delle difficoltà”. Il ministro, infatti, ha raccontato la propria verità prima alla premier, poi pubblicamente. Ma la verità, in un simile caso, richiede puntualità e precisione, non ci si può affidare a omissioni o non detti. Certamente corrisponde al vero che il ministro abbia sostenuto le spese di viaggio di Maria Rosaria Boccia con la propria carta di credito personale, ma va chiarito anche se ha provveduto egli stesso all’acquisto o se lo ha delegato a qualcuno della sua segreteria, visto che ciò di cui si ha certamente evidenza è che i titoli di viaggio sono stati trasferiti alla mancata consigliera dallo staff di Sangiuliano, quindi dalla struttura del ministero. Così come sarebbe opportuna maggiore precisione su circostanze e tempistiche che hanno visto sfumare la nomina della discordia, ragioni che il ministro attribuisce all’evoluzione di natura privata del rapporto con la ragazza. Difficilmente però ciò può essere avvenuto nell’arco di un solo giorno e se corrisponde al vero che l’incarico era già stato firmato e inoltrato al gabinetto solo per gli adempimenti di rito risulta complicato credere alla versione di Sangiuliano che ieri sera, intervistato dal Tg1, ha confessato di aver avuto con la ragazza “una relazione, anche per questo ho revocato l’incarico”. Ha poi ribadito di aver pagato dal proprio conto personale le spese per la donna. Neanche a dirlo, Maria Rosaria Boccia replica immediatamente da Instagram: “Iniziamo a dire bugie”, scrive pubblicando una storia appena ha inizio il telegiornale. Poi riporta le parole del ministro sull’utilizzo di soldi pubblici, evidentemente ironizzando sulla frase “su questo terreno non sono ricattabile”.


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