Da Kiev accuse alla friulana Danieli “Così aiuta Mosca” Arriva la replica
di Redazione -
Ci risiamo. Kiev accusa, di nuovo, l’azienda italiana Danieli di fornire armi alla Russia. Il Corriere della Sera, nel pomeriggio di ieri, ha sganciato la notizia. L’impresa, da parte sua, smentisce le ricostruzioni che arrivano da Kiev. Le parole di Agia Zagrebelska, capo della direzione sulle sanzioni dell’agenzia ucraina contro la corruzione, ha utilizzato parole pesantissime nei confronti della Danieli. L’impresa friulana è stata bollata addirittura come “sponsor internazionale della guerra” e accusata di fornire a Mosca utensili, macchine e componenti per la lavorazione dell’acciaio utili a rafforzare le dotazioni in forza all’esercito russo. Nel mirino della Zagrebelska ci sarebbero delle presunte transazioni intercorse tra i friulani e il colosso Severstal, impegnato nella metallurgia e nella siderurgia, che peraltro non è intercorso nemmeno nelle sanzioni dell’Unione europea. Ma che dovrebbe, secondo i rilievi che arrivano da Kiev, perché il suo capitale sociale è per il 75% nelle mani di Aleksej Mordashov, l’uomo d’acciaio, il più ricco della Federazione russa nel 2021.
La ricostruzione di Kiev è smentita dall’impresa. Che ha mandato avanti i suoi legali. Hanno raccontato che Danieli ha dismesso ogni attività nel mercato russo e ha dato mandato per cedere la partecipata Danieli Volga che opera sullo scenario della Federazione. Il management friulano rivendica, con forza, di aver agito rispettando le normative Ue. Non è la prima volta che Danieli finisce nel mirino del governo di Kiev. Era già accaduto a ottobre e, prima ancora, a giugno e ad aprile scorsi. Le autorità ucraine, ciclicamente, lanciano accuse contro l’azienda. Che, ogni volta, ha confermato di aver sempre operato in conformità delle leggi e di non aver mai aiutato la Russia. E anche questa volta, dal Friuli arrivano precisazioni e rettifiche.