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Da Israele i raid aerei nel Libano per preparare l’avanzata, Tajani: Provare tutto per una trattativa

di Angelo Vitale -


Aerei israeliani a bassa quota da ieri sul sud del Libano, mentre la diplomazia prova ad evitare che il conflitto viva una nuova e più grave escalation con la solida avanzata di terra che Israele punta a fare nel Paese. I  caccia israeliani nelle ultime ore hanno colpito oltre 100 lanciarazzi di Hezbollah nel sud del Libano che erano pronti per attacchi immediati contro Israele. Lo riferisce ‘The Times of Israel’ che cita l’Idf, le Forze di difesa israeliane. Gli attacchi sono iniziati nel pomeriggio di ieri e sono stati effettuati in diverse ondate. “L’Idf continua a colpire le capacità terroristiche e le infrastrutture militari dell’organizzazione terroristica Hezbollah”, ha spiegato l’esercito israeliano.

Nei nuovi raid aerei di Israele contro il sud del Libano sono stati distrutti centinaia di razzi pronti per essere lanciati in territorio israeliano, e altre infrastrutture militari, asserisce l’Idf. Cioè circa mille razzi oltre a cento lanciarazzi. I media libanesi denunciano che ci sono stati fra i 50 e le 70 attacchi aerei, concentrati in brevissimo tempo, e che quella di ieri è stata l’operazione più pesante dall’inizio del conflitto a Gaza lo scorso ottobre. Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha anticipato che le azioni militari contro Hezbollah “proseguiranno” e continua a parlare di “una nuova fase della guerra”.

Ieri sera vertice a Parigi della diplomazia europea, per scongiurare una accelerazione. ”C’è un deterioramento della situazione in Medio Oriente, dobbiamo lavorare insieme agli Stati Uniti con i principali interlocutori europei per mettere insieme informazioni, idee e valutare come si può perseguire la via diplomatica per impedire un’escalation ed arrivare a un cessate il fuoco a Gaza, perché la chiave è sempre là”. Così il nostro ministro degli Esteri, Antonio Tajani, arrivando alla riunione del formato Quint con i colleghi di Usa, Germania, Francia e Gran Bretagna.

”Noi porteremo le nostre informazioni, abbiamo i nostri militari sia a Beirut sia al confine tra Israele e Libano, seguiamo con grande attenzione la loro situazione” perché ”dobbiamo garantire la loro incolumità”, aveva aggiunto ieri sera Tajani. “Già una mancata reazione dell’Iran – aveva precisato -è un fatto positivo, bisogna che comprenda che non è suo interesse innalzare lo scontro e credo sia giusto anche che Israele non innalzi lo scontro. Questo è il nostro messaggio e su questo siamo tutti quanti d’accordo”.

“Io sono pragmatico e sono convinto, come tutti stiamo interpretando quello che accade – la riflessione finale di Tajani al termine del vertice -, che sia un momento dove si può ancora tenere aperta la porta della trattativa. Non bisogna commettere errori, bisogna fare piccoli passi e ottenere dei risultati intanto che non facciano peggiorare la situazione nel nord di Israele e nel sud del Libano. E poi che si possa contemporaneamente cercare di lavorare per una soluzione positiva a favore del cessato del fuoco”. 


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