Da “Calippo” a “Baby Tour”: il declino degli influencer
Prima o poi doveva succedere, era solo una questione di tempo: Paolina, una delle due ragazze che ha ideato il “Calippo Tour”, è rimasta incinta durante una delle tappe in cui incontrava, insieme all’amica Ambra, ammiratori scelti sul web con i quali poi girava contenuti poi diffusi in rete. Nel programma condotto da Bianca Berlinguer, È sempre Cartabianca, la content creator di 22 anni ha detto: “Ho avuto rapporti con un influencer e sono convinta che sia lui il padre del bambino”. È davvero difficile riuscire a commentare l’abominio di un episodio del genere, ma è esemplificativo del nichilismo valoriale e umano davanti al quale ci troviamo. Non bisogna e non si vuole fare dello sterile moralismo, né puntare il dito contro nessuno, ma c’è una necessità impellente di renderci conto a che punto siamo arrivati, che cosa ci sta offrendo la società e quali sono i modelli di riferimento. Non è incolpando Paolina che riusciremo a sanare questo meccanismo becero, ma quello che mi preoccupa è il momento in cui loro e tante ragazze che tentano di emularle, pagheranno il conto in termini emotivi di quanto oggi stanno facendo, pensando di aver piena consapevolezza del proprio corpo e delle proprie intenzioni. Quella che oggi è popolarità e guadagno facile, domani altro non sarà che una macchia indelebile a vita. Cosa cercano queste ragazze? Piacere momentaneo? Gloria? Soldi “senza sbattimento”? E poi? Cosa possono raggiungere? Siamo anche davanti allo svilimento stesso del corpo femminile, usato come un mezzo ludico, in cui la procreazione è un incidente di percorso e non un desiderio. L’uomo grande è impassibile di sua natura; se si loda, o si biasima poco gli importa, egli non ascolta che la propria coscienza, diceva Napoleone Bonaparte. E qui ci sembra di essere proprio davanti a chi il parere altrui non lo ascolta proprio. Peccato però, che qui non c’è una coscienza critica e in assenza di essa e di un pensiero razionale, non potremo che assistere al decadimento di una generazione allo sbando, in cui molti giovani cercano scorciatoie che non sanno il dolore che provocheranno. Tendiamo la mano, chiediamo ascolto, perché fregarcene non è la soluzione. Non lo è mai, tanto meno quando di mezzo ci sono futuri genitori e adolescenti in cerca di loro stessi.
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