Cyclus, al via la piattaforma Cobat per il circular dell’automotive
Nasce Cyclus, la nuova Rete certificata degli Autodemolitori, un network che punta a garantire una risposta concreta e completa alla gestione della componentistica automotive fuori uso, in un Paese che evidenzia un parco circolante sempre più ampio e vecchio e una congenita carenza di materie prime. La lancia il Cobat con una piattaforma digitale certificata che assicura le case produttrici di autoveicoli e gli operatori della demolizione su trasparenza, tracciabilità e sicurezza dei dati nella gestione delle vetture fuori uso.
Nell’Unione europea, secondo Eurostat, si generano ogni anno circa 6 milioni di veicoli fuori uso, In Italia poco più di 1 milione. Nel nostro Paese un parco circolante sempre più vecchio, con un’età media che supera i 12 anni, ma anche il primato europeo per possesso di automobili con 672 auto e 897 veicoli ogni 1.000 abitanti. Un quadro ove la filiera del recupero cresce solo fino all’84,7%, lontana dal target del 95%, sia per l’assenza delle forme di recupero energetico sia per la difficoltà di trovare un circuito di valorizzazione per i materiali a minore valore di mercato.
Cyclus vuole rispondere a questo deficit iscrivendosi nel percorso fondato sulla proposta del nuovo Regolamento Europeo sull’ELV (End of Life Vehicle) avanzata dalla Commissione europea per promuovere in senso integrale la circolarità del comparto automotive, dalla progettazione al fine vita, e per ottimizzare la governance di settore rafforzando la responsabilità estesa del produttore. Ne ha parlato la dg per l’Economia circolare del Mase Silvia Grandi: “Abbiamo manifestato qualche perplessità sul regolamento, specie sulle ripercussioni che avrebbe sul mercato interno, vorremmo ragionarci meglio e l’orientamento della presidenza spagnola del Consiglio dell’Unione europea sembra aiutarci nei tempi”.
Senza indugi, invece, la posizione di Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile: “La nuova proposta di regolamento europeo può consentire grandi passi avanti per il riciclo delle auto a fine vita. E Cobat sposa pienamente la direzione Ue per tratare e aviare a riciclo la componentistica automotive”. Per l’ad di Cobat Claudio De Persio “un cambio di passo, con lungimiranza e senso pratico. Una soluzione innovativa e efficiente per facilitare il raggiungimento di tutela ambientale e trasparenza”.
Sulla piattaforma, finora, quattro marchi automobilistici e oltre centocinquanta dei maggiori player italiani nel campo dell’autodemolizione, oltre a report, statistiche e schede degli automezzi. “Un sistema aperto a tutti – aggiunge De Persio -, una piattaforma interoperabile che permette un uso efficiente dei dati”.
Torna alle notizie in home