Crosetto difende Fratoianni e Tesla: “Un prodotto non si giudica per proprietà”
Ci vuole Crosetto per difendere Fratoianni e Tesla. Una delle architravi del pensiero left è che il privato sia, in un modo o nell’altro, politico: le scelte da consumatore vanno orientate in maniera, appunto, ideologica e perciò i coniugi Fratoianni sono finiti nel tritacarne mediatico dopo aver acquistato una Tesla. Atto che, va detto, solo qualche anno fa (quando appunto è avvenuto l’acquisto della vettura) sarebbe stato perfettamente in linea con il “proprio” pubblico ed elettorato. Solo che, nel frattempo, è accaduto che Elon Musk abbia deciso di voltare le spalle al mondo dem Usa, che l’aveva idolatrato fino a quel momento, schierandosi armi e bagagli con Donald Trump. La frittata, dunque, è fatta. Dopo Fratoianni e Piccolotti è stato il turno di Rosi Bindi titolare, a sua “insaputa” di azioni Tesla. Non è mica un delitto però se il privato è politico il cortocircuito è servito.
Sulla vicenda, a difesa di Tesla e per riportare, in un certo senso, le scelte personali nell’alveo privato, è intervenuto su X il ministro della Difesa Guido Crosetto. Che, da scettico e non proprio estimatore del marchio, s’è trovato a difenderlo: “Io non ho una Tesla. Non la comprerei mai. Perché non mi piace e per molti altri motivi. Ma non per la proprietà”, ha scritto Crosetto. Che ha aggiunto: “Non giudico un prodotto chiedendomi cosa pensa l’azionista principale della società che lo produce. Cosa vota Barilla? E Ferrero? Vale anche per i farmaci? O i treni? Ed i bisturi o i programmi informatici?”. Più che una provocazione, quella di Crosetto appare una considerazione: “Trovo stupido, surreale e pericoloso che si chieda conto a qualcuno o ci si senta in dovere di giustificare, un acquisto privato fatto con soldi propri. E quindi penso che abbia sbagliato Fratoianni a rispondere a queste stupidaggini: si tenga la Testa della moglie, visto che le piace, e dica ciò che pensa dell’azionista, senza farsi problemi”.
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