Crosetto sprona l’Europa sulle forze armate: “Siamo in ritardo”
L’Europa è “in ritardo” per quanto riguarda le forze armate: il ministro alla Difesa Guido Crosetto squilla la carica per ricostruire quello che dovrà diventare “un pilastro” per la Nato. Che, secondo l’analisi di Crosetto, rappresenta l’unica politica di difesa possibile per i Paesi occidentali.
Il ministro, intervenuto al Globsec Forum a Praga, mette sul tavolo lo stato dei fatti. La guerra in Ucraina, le tensioni nel Mar Rosso, hanno fatto emergere due cose. La prima: l’Europa è in ritardo in fatto di armamenti e organizzazione delle forze armate, la seconda: il mito della pace perpetua che da settant’anni ci si continuava a ripetere, nel Vecchio Continente, è per l’appunto un mito. Non c’è due senza tre. E Crosetto ribadisce che fuori dalla Nato non c’è spazio. “Abbiamo partecipato alle missioni di pace, ma nessuno ha mai pensato negli ultimi quarant’anni di dover costruire delle forze armate che dovessero combattere. E magari combattere per difendere la libertà e la democrazia. Abbiamo scoperto, siamo in ritardo, e dobbiamo correre per costruire il pilastro europeo della Nato. Perché non esiste politica di difesa e di deterrenza per noi occidentali al di fuori della Nato, perché l’Europa – afferma Crosetto – forse può costruire delle forze armate efficienti nei prossimi dieci anni, quindici anni, può costruire un’industria efficiente perché adesso non lo è, perché adesso non è in grado di produrre, ma non può costruire la capacità di deterrenza che solo la Nato può darci”.
Che ha apprezzato la scelta di Bruxelles di procedere alla nomina di un commissario alla Difesa: “La scelta di un commissario europeo nuovo, che si occupi di costruire questa cosa, è fondamentale. Poi toccherà alle nazioni partecipare. Perché le future forze armate europee non avverranno attraverso un reclutamento europeo nelle scuole per ufficiali europee. Si faranno interpretare le forze armate italiane con quelle greche, con quelle slovacche, con quelle tedesche. Vorrà dire che una nave italiana andrà in mare con una nave greca, con una nave tedesca, una nave francese: si muoveranno come se fossero di una nazione sola”. Ma tutto, per Crosetto, nell’alveo dell’Alleanza atlantica: “E devono iniziare utilizzando i sistemi che la Nato ci ha insegnato in questi anni a parlare tra di loro, ad agire, ad addestrarsi tra di loro, ad avere lo stesso modo, possibilmente gli stessi tipi di equipaggiamenti, o almeno equipaggiamenti che dialogano fra di loro. E dobbiamo farlo nel tempo più veloce possibile. Uscendo anche dai confini europei”.
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