Politica

Crosetto alla Camera: “La rappresentanza non è della magistratura ma della politica”. Lo scontro trentennale tra toghe e partiti

di Cristiana Flaminio -


“La rappresentanza non appartiene alla magistratura e nemmeno all’esecutivo ma alla politica”; parole e musica del ministro alla Difesa Guido Crosetto che, sul tema, è tornato a parlare e stavolta lo ha fatto direttamente alla Camera dei Deputati. Il tema è di quelli centrali, un garbuglio annoso su cui si sono avvitati gli ultimi trent’anni della vita pubblica italiana. Il rapporto tra le toghe e i partiti. Una vicenda nata, sostanzialmente, con Tangentopoli e proseguita con le polemiche feroci tra Silvio Berlusconi e i giudici. Oggi, per Guido Crosetto, il problema rimane nonostante gli attori principali non ci siano più. “È la seconda e volta che sono in quest’Aula a parlare di questo tema – ha spiegato il ministro alla Difesa – , che non mi riguarda e mi scuso con il collega di Grazia e Giustizia Carlo Nordio, che è qua a fianco a me, a seguito non di un atto normativo, non di un intervento legislativo, di nulla che riguardi la mia attività di governo ma a seguito di un’intervista, nella quale alla fine, dopo una ventina di domande, rispondevo a una domanda e citavo, inopportunamente probabilmente per qualcuno che ritiene che io spieghi le mie opinioni personali rilasciate in un’intervista e non in Aula”. Crosetto ha spiegato: “C’è la mia disponibilità a farlo per il rispetto che mi lega a questa istituzione e che mi concede di spiegare oggi quelle parole a cui non ho dato il peso che qualcuno ha voluto dare, ma che ritengo abbiano peso”.

Ma non è tutto, anzi: “La Costituzione – ha affermato il ministro – definisce un quadro di regole secondo me in modo molto chiaro: la volontà popolare risiede qui. La volontà popolare e le Camere fanno le leggi. I cittadini, i governi, ognuno di noi rispetta le leggi. La magistratura vigila perché le leggi siano rispettate e quando non vengono rispettare commina le sanzioni necessarie. Questo è lo schema molto semplice che la nostra Costituzione definisce”. Dopo aver chiarito che quello di Crosetto “non è un attacco alla magistratura” perché “ho un profondo rispetto per l`ordine della magistratura”, il ministro ha puntualizzato: “Le mie sono state alcune riflessioni e preoccupazioni riguardo ad alcune tendenze che vedo emergere nelle discussioni dei magistrati”. E dunque ha proseguito: “Mi era stato riferito che in varie riunioni ufficiali della magistratura, non segrete, venivano dette delle cose che dovevano sollevare preoccupazioni istituzionali, un dibattito. Le mie sono state riflessioni e preoccupazioni riguardo ad alcune tendenze che vedo emergere nelle discussioni di alcuni magistrati, non in modo carbonaro, ma in modo molto evidente”. Infine ha concluso: “Ho ascoltato i congressi di alcune correnti della magistratura e con molta preoccupazione e interesse ho capito che esiste da parte della magistratura la percezione di un attacco e penso che nessun potere debba sentirsi sotto attacco da parte di un altro e questo è un problema che deve essere risolto qua. Per questo alcune dichiarazioni mi hanno preoccupato”.


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