Crisi politica in Serbia: proteste di massa e l’incertezza sul futuro di Vučić
La Serbia sta attraversando una delle crisi politiche più gravi degli ultimi anni. Belgrado è diventata il centro di massicce manifestazioni contro il governo del presidente Aleksandar Vučić, con una partecipazione che, secondo alcune stime, ha superato le 300.000 persone. Le proteste, iniziate a novembre 2024 dopo un grave incidente ferroviario a Novi Sad attribuito alla corruzione governativa, hanno visto l’adesione di un vasto numero di cittadini, tra cui molti giovani e gruppi studenteschi.
Le ragioni della protesta
I manifestanti accusano il governo di corruzione, autoritarismo e inefficienza nella gestione del Paese. Il malcontento è cresciuto progressivamente negli ultimi anni, alimentato da episodi di censura nei confronti della stampa, dalla presunta manipolazione del sistema giudiziario e da politiche economiche ritenute insufficienti a contrastare la crisi sociale. L’incidente ferroviario di novembre ha rappresentato la scintilla che ha fatto esplodere la rabbia popolare, spingendo migliaia di persone a scendere in piazza.
La reazione delle autorità
Il governo ha risposto con una combinazione di fermezza e aperture al dialogo. Durante una delle proteste più recenti, molti manifestanti hanno denunciato l’uso di armi sonore da parte delle forze dell’ordine per disperdere la folla. Le immagini di agenti con dispositivi non identificati hanno sollevato sospetti sull’utilizzo di tecniche di repressione avanzate. Tuttavia, il Ministero dell’Interno ha smentito tali accuse, affermando che si trattava di fucili antidroni e non di strumenti per il controllo della folla.
Il referendum proposto da Vučić
Nel tentativo di placare le proteste e rafforzare la sua legittimità, Vučić ha proposto un referendum consultivo sulla sua presidenza, invitando l’opposizione a richiederlo ufficialmente per verificare il livello di consenso nei suoi confronti. Tuttavia, non è ancora chiaro se questa consultazione verrà effettivamente organizzata né quali potrebbero essere le sue reali conseguenze politiche.
Dimissioni e prospettive future
A gennaio 2025, il primo ministro Miloš Vučević ha rassegnato le dimissioni, ma questo non ha placato l’onda di proteste, che continua con forza in tutto il Paese. L’opposizione, sostenuta da una parte crescente della società civile, chiede riforme strutturali e nuove elezioni anticipate per voltare pagina e ridare stabilità al Paese.
La situazione in Serbia rimane tesa e in continua evoluzione. Il futuro di Vučić e della sua amministrazione dipenderà dalla capacità del governo di rispondere alle richieste della popolazione e di gestire la crescente pressione politica e sociale.
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