Politica

Cremaschi: “Il Pd di Schlein fa un favore alla destra quando tutti siamo in piazza per i poveri”

di Edoardo Sirignano -

GIORGIO CREMASCHI POLITICO


di EDOARDO SIRIGNANO

“Una casta, lontana anni luce dalla realtà e non definibile con il termine sinistra, aiuta a dimenticare i tagli effettuati da un governo fotocopia di quello presieduto da Draghi”. A dirlo Giorgio Cremaschi, ex leader della Fiom e oggi membro dell’esecutivo nazionale di Potere al Popolo.

Cosa ne pensa dell’ultima uscita di Piero Fassino sugli stipendi dei parlamentari, che tanto sta facendo discutere l’Italia?

Ogni volta che la destra fa una porcata, in questo caso aver tolto il sostentamento a 170mila famiglie, eliminando una misura fondamentale come il reddito di cittadinanza, c’è qualcuno del Partito Democratico che le fornisce un assist. Fassino non è un’eccezione alla regola, come dice chi adesso lo vuole scaricare. Negli ultimi trenta anni possiamo fare un elenco, che non basterebbe un giornale per contenerlo.

C’è, quindi, da preoccuparsi per tutto questo clamore?

Il mio timore è che per colpa dell’ennesima uscita infelice, si dimentichi, appunto, che un esecutivo simile a quello del banchiere Draghi ha fatto una carognata alla parte più debole del Paese.

Qualcuno, intanto, torna a utilizzare il termine “casta” quando si riferisce ai palazzi del potere…

Ho sempre pensato che la casta, purtroppo, sia una parte del sistema. Siamo un Paese dove ci sono pochi ricchissimi e sempre più poveri. Questa è la verità. La stupidaggine ottusa-burocratica di Fassino è solo il frutto di una burocrazia, che pensa di essere al di sopra di ogni cosa. Per quanto mi riguarda, sono convinto che i parlamentari italiani dovrebbero essere pagati in rapporto al reddito medio dei lavoratori. Sarebbe un modo per legarli alla realtà. Allo stato sembrano vivere, invece, su un altro pianeta. Dovrebbero essere retribuiti non più del doppio di un qualsiasi lavoratore.

I parlamentari, quindi, incassano troppo per quanto svolgono?

Non sono i soli. Guadagnano troppo i manager, così come gli alti burocrati. La distruzione dei rapporti di reddito, in Italia, è all’ordine del giorno. Sbaglia, quindi, chi semplicizza dicendo che senatori e deputati sono paperoni, mentre gli altri ricevono il giusto. Il vero problema, piuttusto, è che gli apparati non si pongono neanche il problema delle disuguaglianze, pur essendo ormai enorme. Quando ero segretario della Fiom avevamo fatto la scelta che lo stipendio doveva essere un quinto livello metalmeccanico. Così, d’altronde, potevamo avere un rapporto diretto con la categoria che rappresentavamo, con chi ci affidava il mandato di garantirli. I parlamentari dovrebbero fare lo stesso con quel popolo di cui dicono di essere la voce. Altrimenti non ci dobbiamo meravigliare che le persone non si recano più alle urne. Non dimentichiamo che metà degli italiani preferisce astenersi.

L’astensione, secondo le ultime ricerche, arriva soprattutto da sinistra. C’è una parte politica che probabilmente non riesce più a parlare la lingua del suo popolo?

Questa è stata la cultura del Partito Democratico da sempre. Lasciamo perdere, poi, la gestione Schlein. Il problema vero è che stiamo parlando di persone, come Fassino, che non sono di sinistra. La sinistra è un’altra cosa. È fondata sul principio di eguaglianza. Senza questa parola magica, non ha senso di esistere. L’ha scritto Bobbio più di venti anni fa.

Ciò, però, potrebbe favorire quei movimenti che si ritrovano in strada e nulla hanno a che vedere con i partiti tradizionali…

Speriamo! Non ne sono così sicuro. Nel nostro piccolo stiamo lavorando per raggiungere quest’obiettivo. Siamo, però, in un Paese educato da trenta anni alla rassegnazione. L’auspicio, quindi, è che si riesca a rompere quanto prima il muro e finalmente anche qui si possa riuscire a fare un qualcosa che abbia come riferimento quanto successo in Francia. Sarebbe una svolta per l’Italia.

Le forze che si oppongono al sistema possono organizzare un movimento simile a quello parigino?

Si tratta di un qualcosa che parte dal basso, da quel popolo che soffre e non ha nulla a che vedere con una politica di palazzo, dove a mio parere, non esistono più differenze tra destra e sinistra.


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