Cpr in Albania, gli irregolari nei centri italiani potranno essere trasferiti
Ancora novità, destinate a creare polemiche e ad alimentare il dibattito politico, sul fronte delle politiche migratorie. Il governo, nonostante le non poche difficoltà che si è trovato ad affrontare negli ultimi mesi per quanto riguarda la gestione e il respingimento degli immigrati irregolari, tira dritto sugli ormai noti Cpr in Albania. Il Consiglio dei ministri di ieri ha infatti approvato un apposito decreto legge che contiene ‘disposizioni urgenti per il contrasto dell’immigrazione irregolare’ e prevede la possibilità di trasferire i cittadini stranieri in attesa dell’esecuzione dei provvedimenti di espulsione dalle strutture italiane a quella realizzata sull’altra sponda dell’Adriatico in virtù del protocollo tra i governi di Roma e Tirana. Una norma che, come ha spiegato nel corso della conferenza stampa seguita al Consiglio dei ministri il titolare del Viminale, Matteo Piantedosi “consentirà di dare immediata riattivazione al centro di Gjader che non perde le sue funzioni”, senza investire nuove risorse “per la realizzazione della parte Cpr, che si aggiungerà alla rete dei Cpr in Italia”. Una precisazione con la quale, probabilmente, si è inteso rispondere a Matteo Renzi che, prima ancora della riunione del governo, seguito a ruota da diversi esponenti di Italia Viva, denunciava sul proprio profilo X la necessità di “stanziare come minimo altri 30/50 milioni. È un pozzo senza fondo”. Il centro, ha poi assicurato il ministro dell’Interno, sarà operativo a breve e non sarà comunque “sostitutivo del piano dei Cpr in Italia ma aggiuntivo, in cantiere ne abbiamo 5 di prossima realizzazione di cui 2 dovrebbero andare ad affidamento a brevissimo”. Il Consiglio dei ministri si è poi occupato dell’approvazione della relazione annuale sui Paesi di origine sicuri che, ha assicurato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, non prevede modifiche rispetto all’aggiornamento avvenuto lo scorso anno. “Presenteremo le schede al Parlamento. Ascoltato il Parlamento – ha aggiunto il titolare della Farnesina – il governo poi valuterà se adottare un nuovo decreto legge che modifichi la lista dei Paesi sicuri o lasciare inalterata la lista introdotta nello scorso autunno”. Se il governo è, dunque, deciso a proseguire senza indugio sulla rotta già tracciata per quanto riguarda la gestione dei clandestini, forte del sostegno della maggioranza e di un cambio di strategia per il rimpatrio degli immigrati irregolari annunciato anche a livello a livello europeo, l’opposizione conferma in blocco il proprio scetticismo e la propria netta contrarietà. Strano a dirsi, in linea con i renziani, che come detto si sono espressi in blocco per denunciare quello che a loro dire è uno spreco di denaro pubblico, per una volta c’è il Movimento 5 Stelle che con il capogruppo alla Camera, Riccardo Ricciardi, nonostante le rassicurazioni del ministro Piantedosi, denunciano che “i centri in Albania ci costeranno un miliardo” per dare seguito a quella che definisce “un’operazione fallimentare”. Per il segretario di +Europa Riccardo Magi, invece, con i Cpr in Albania “verrà cancellato il diritto di difesa effettiva per le persone che dall’Italia andranno a Gjader, con l’impossibilità di avere contatti diretti con i legali e con la difficoltà di un monitoraggio effettivo da parte di parlamentari e soggetti della società civile. Un progetto che va sbattere contro la direttiva Ue sui rimpatri”. Sul fronte Pd è poi la presidente del gruppo alla Camera a sostenere che con il nuovo decreto “Aumentano i costi, aumentano i dubbi giuridici e aumentano le sofferenze per le persone”, mentre la deputata di Azione Federica Onori il governo “cambia le carte in tavola”, perché “la struttura di Gjader non sarà più destinata solo ai migranti soccorsi in mare dalle navi militari italiane, ma anche a quelli trattenuti nei Cpr in Italia in attesa di espulsione”.
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