Politica

Conte apre ma non troppo sulla costituente M5s e chiude a Renzi

di Cristiana Flaminio -


Giuseppe Conte va alla carica e, intervistato da La Stampa, rilancia la costituente M5s e, per galvanizzare la base, ribadisce il “no” a un’alleanza larghissima che comprenda anche Matteo Renzi. Il leader pentastellato, finito di recente al centro delle sanguinose polemiche innescate dalle dichiarazioni di Casaleggio junior prima e dalla feroce lettera degli undici ex parlamentari poi, ha spiegato al quotidiano torinese di non aver paura del responso della base e che accetterà ogni eventuale “verdetto” dell’assemblea costituente M5s. A patto che, sia chiaro, non vada in controtendenza rispetto al lavoro già fatto e, più di preciso, alle sue posizioni: “Gli iscritti potranno mettere in discussione tutto, altrimenti non sarebbe un processo costituente – ha affermato l’ex avvocato del Popolo che ha messo in discussione, almeno sulle colonne de La Stampa, “l’indirizzo politico e anche la mia leadership”.  Ma Conte ci tiene a specificare che  “se si dovesse votare un indirizzo incompatibile con il lavoro svolto finora (ovvero non collocare più il Movimento Cinquestelle nel campo progressista, ndr) sarei il primo a trarne le immediate conseguenze”. Mai più governi gialloverdi. Dunque. O, forse, un messaggio ancora più criptico del tipo l’M5s c’est moi? Solo il tempo potrà dirlo. Intanto Conte non si espone e sognando “un Movimento riossigenato, fresco di nuove energie, più determinato che mai a cambiare il paese”, si schermisce parlando di Beppe Grillo: “Sono sempre stato rispettoso e ho sempre messo per primo l’interesse del Movimento”. C’è bisogno, però, di trovare una base, qualcosa che dia a Conte l’appeal utile a “unire” le varie anime del M5s che si prepara all’appuntamento della costituente con divisioni degne di un partito della Prima Repubblica. Più che un elemento positivo, però, il leader rintraccia un minimo comun denominatore nel “no” a Matteo Renzi: “Il nostro dna ci spinge a costruire questo progetto con la massima lealtà e spirito autenticamente unitario. Proprio per questo sarà impossibile offrire spazio a chi, negli anni, non ha mai mostrato vocazione unitaria ma solo capacità demolitoria e ricattatoria”, tuona Conte. Che incalza: “E non è una questione personale. Non mi posso fidare -aggiunge l’ex premier- di chi da tempo più che politica fa affari in giro per il mondo. La somma aritmetica poi non funziona: persone così invise portano qualche voto e ne tolgono molti di più”.


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