Esteri

Cosa ci fa Unifil in mezzo alla guerra tra Idf e Hezbollah?

di Carlo Giovanardi -


“La Forza di Difesa Israeliana (Idf) e la Forza interinale delle Nazioni Unite in Libano (Unifil) hanno opinioni divergenti su quanto accaduto nel Libano meridionale sabato sera, quando due soldati norvegesi sono rimasti feriti da colpi di arma da fuoco israeliani. L’Idf, che ha nominato una Commissione di inchiesta, sostiene che i soldati israeliani hanno sparato contro persone sospette che camminavano nel cuore della notte ai margini della zona di sicurezza (…) il Comando Unifil insiste con altrettanta forza che gli Israeliani erano pienamente consapevoli del percorso esatto della pattuglia”. Ancora: “Alti Ufficiali militari israeliani hanno accusato oggi ufficiali e soldati dell’Unifil di aver collaborato pienamente con i terroristi palestinesi nel Libano Meridionale, consentendo loro, tra le altre cose, di mantenere basi nel territorio controllato dall’Unifil”. Questi bollettini giornalieri di parte israeliana, che appaiono di grande attualità, risalgono invece rispettivamente al 6 agosto 1987 ed al 21 giugno 1979.
Da allora ad oggi la presenza dei soldati dell’Onu in Libano non soltanto ha fallito nella ragione della Missione, che era quella di impedire ai terroristi di Hezbollah di operare nella zona teoricamente sotto il controllo delle Nazioni Unite, ma negli ultimi anni si è trasformata viceversa in una specie di scudo per i terroristi che giornalmente lanciano proprio da lì decine di missili che hanno costretto Israele ad evacuare dalle loro case circa sessantamila civili.
Purtroppo, con l’eccezione di Mario Sechi, Giuliano Ferrara, Giuseppe Cruciani e pochi altri, i media italiani si sono associati a tutte le forze politiche italiane, da destra a sinistra, nella condanna dell’attacco israeliano alla Base Unifil, anche se ampiamente preannunciato per consentire a tutti i militari italiani di mettersi in sicurezza.
È vero che gli esponenti delle forze governative, con qualche eccezione, hanno usato un linguaggio più moderato di quello incendiario, intriso di evidente livore antisemita, di alcuni esponenti della opposizione come Angelo Bonelli dei Verdi e Giuseppe Conte dei 5 Stelle, ma è impressionante come nessuno abbia risposto ad una semplice domanda. Cosa ci stanno ancora a fare lì i soldati dell’Onu visto che, lungi dal garantire la sovranità libanese e la sicurezza di Israele, sono diventati di fatto uno scudo per permettere ai terroristi di colpire impunemente lo stato ebraico?
Per la verità nei tanti programmi tv di approfondimento si sono alzate le voci di molti commentatori, ricordo ad esempio tra gli altri l’ex Capo di Stato Maggiore dell’ Aeronautica Dino Tricarico, a cui mi associo, che si sono chiesti che cosa ci stiano ancora a fare i nostri soldati in una prima linea dove israeliani ed Hezbollah si combattono, senza aver nessuno strumento per far rispettare le Risoluzioni Onu o quantomeno tentare di fermare i combattimenti.
Qualcuno può cortesemente darmi una risposta?


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