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Corea nel caos, Yoon bersaglio della richiesta di impeachment

di Giorgio Brescia -


A Seul è il caos, la Corea è in bilico. “Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha violato la costituzione dichiarando la legge marziale nel tentativo di eludere un’inchiesta nei suoi confronti”, così la mozione di impeachment presentata dai partiti dell’opposizione. Yoon “ha violato gravemente e ampiamente la Costituzione e la legge”, afferma la mozione, aggiungendo che l’imposizione della legge marziale è stata “motivata non da preoccupazioni per la sicurezza nazionale ma dall’intento di eludere le indagini sulle accuse di rilievo penale che coinvolgono il presidente Yoon e la sua famiglia”.

Il partito al governo in Corea del Sud ha però deciso di opporsi alla mozione di impeachment del presidente Yoon. “Molti legislatori che hanno partecipato a una riunione del partito hanno affermato di aver adottato la posizione di opposizione all’impeachment”

Migliaia di dimostranti, intanto, sono scesi in strada oggi nella capitale sudcoreana gridando slogan e agitando cartelli per chiedere le dimissioni del presidente dopo aver imposto brevemente la legge marziale e aver fatto sprofondare la Corea del Sud nel caos politico.

Il documento per mettere in stato d’accusa il Parlamento dovrà essere messo ai voti entro 72 ore. Affinché diventi determinante, sarà necessario che sia approvato da più di due terzi dell’aula. In tal modo, Yoon sarà processato da una Corte composta da nove giudici: se verrà giudicato colpevole da almeno sei giudici, il verdetto sarà di condanna.

Il presidente sudcoreano è finito nella bufera dopo le critiche dell’opposizione e del suo stesso partito al tentativo di imporre la legge marziale. Il suo indice di popolarità era già estremamente basso, la decisione di annunciare l’istituzione della legge marziale era stata presa durante un discorso a sorpresa nella giornata di ieri, parlando di una opposizione che aveva costituito “forze ostili allo Stato”. Poi, il passo indietro.

Il partito del presidente, il People Power Party, aveva ribadito che Yoon “deve fornire immediata e dettagliata spiegazione della tragica situazione” creata dalla sua decisione e che anche altri dovranno assumersi responsabilità dei fatti. Il capo dello staff ei principali collaboratori del presidente “hanno presentato le loro dimissioni”, secondo l’agenzia nazionale Yonhap mentre la Confederazione coreana dei sindacati, la più grande associazione intersindacale del Paese con circa 1,2 milioni di lavoratori associati, ha proclamato uno “sciopero generale a tempo indeterminato” che durerà fino alle dimissioni di Yoon


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