Esteri

Corea del Sud, indagini su Yoon: sabato il voto di Impeachment

di Flavia Romani -


La polizia sudcoreana ha avviato un’indagine nei confronti del presidente Yoon Suk Yeol con l’accusa di “insurrezione” in seguito alla controversa dichiarazione di legge marziale. Woo Jong-soo, capo delle indagini presso la National Police Agency, ha confermato ai legislatori che il caso è stato formalmente assegnato.

Nel frattempo, sabato il Parlamento di Seul voterà la mozione di impeachment contro Yoon. Secondo quanto riportato dall’agenzia Yonhap, il voto si terrà intorno alle 19 locali (le 11 in Italia), entro il termine delle 72 ore previsto dalla legge per evitare la decadenza dell’iniziativa. Jo Seoung-lae, deputato dell’opposizione, ha confermato che il voto sarà vicino alla scadenza del termine legale.

Dal canto loro, i deputati del People Power Party si sono dichiarati compatti nel respingere la mozione di impeachment. Choo Kyung-ho, leader del partito in Parlamento, ha ribadito durante una riunione pubblica che i 108 deputati del partito rimarranno uniti contro l’iniziativa. Han Dong-hoon, altro esponente di rilievo del People Power Party, ha sottolineato l’impegno del partito a impedire l’approvazione dell’impeachment, pur criticando la legge marziale come incostituzionale. Han ha anche chiesto al presidente di dimettersi dal ruolo di leader del partito, mossa interpretata come tentativo di attenuare le tensioni interne.

Le opposizioni, che contano su 192 voti, necessitano di almeno otto ulteriori consensi per raggiungere il quorum di 200 richiesto per l’approvazione della mozione. Martedì e mercoledì scorsi, almeno una decina di deputati del People Power Party si era già schierata contro la legge marziale, contribuendo a bloccarla.

Intanto, il presidente Yoon ha accettato le dimissioni del ministro della Difesa Kim Yong-hyun, nominando come successore l’ambasciatore in Arabia Saudita Choi Byung-huk. Kim, accusato di essere tra i principali fautori della legge marziale, ha dichiarato di assumersi la responsabilità per i disordini causati. Le autorità giudiziarie hanno imposto un divieto di espatrio all’ex ministro, considerato coinvolto nel tentato colpo di stato presidenziale. La dichiarazione di legge marziale, che aveva visto anche l’invio dell’esercito al Parlamento, è stata ritirata poche ore dopo a seguito delle forti pressioni politiche e pubbliche.


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