Convivere con il Covid
Basta approccio ideologico sul Covid. Il governo di Giorgia Meloni non ha dubbi sull’impostazione prevalente dal 2020 per contrastare la pandemia. E il reintegro dei 4 mila medici no vax in corsia alla prima riunione del Consiglio dei ministri è in linea con il nuovo corso. Ma siamo sicuri che questa linea sia la più saggia a tutela di pazienti e fragili? La maggior parte degli scienziati predica ancora cautela. È ideologizzata? O è più ideologizzato chi si muove in un’ottica in apparenza antiscientifica issando il vessillo del liberi tutti? Ancora: non è che la visione della neopremier sia un tantino ingenerosa con le dimensioni di un fenomeno apocalittico che ha sconvolto il mondo fino a quando i vaccini non hanno preso il sopravvento sul morbo, consentendo il ritorno alla quasi normalità? Non solo: chi ha responsabilità di governo può affrontare questioni complesse con l’accetta della semplificazione? E se poi sbaglia i conti, chi paga?
“Un uomo saggio come il presidente Mattarella va sempre ascoltato”, afferma la prof. Antonella Viola. Se è scontato che l’opposizione spari a palle incatenate contro l’esecutivo – è lo stesso che faceva FdI fino a luglio – non lo sono le prese di posizioni del mondo medico-scientifico. Del resto, lo stesso Mattarella predica prudenza per non dovere tornare indietro se il virus tornasse ad alzare la testa. “Avere un decreto che dice che fino ad oggi abbiamo scherzato sulla base di una carenza di medici che non c’è perché i medici no vax sono poche centinaia, non ci sembra geniale”. Lo ribadisce Pierino De Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, il sindacato dei medici ospedalieri più rappresentativo. E sulla stessa linea si sintonizza il prof. Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri e ordinario di Nefrologia a Milano. “Con le nuove varianti come Cerberus è verosimile che avremo più contagi – dice -. La situazione diventerà problematica se saliranno anche i ricoveri, soprattutto in terapia intensiva. La vaccinazione non rappresenta una limitazione della libertà, ma è beneficio della collettività. Chi è no vax non dovrebbe operare in campo sanitario. I vaccini sono il più grande strumento contro le malattie”. E se il prof. Andrea Crisanti, eletto nel Pd, attacca il ministro della Salute Schillaci perché di “sanità pubblica non capisce nulla se il suo primo provvedimento è stato quello di togliere la mascherina negli ospedali” , il vicecapogruppo Pd alla Camera, Pietro De Luca incalza che “le misure no vax ideologiche sono pericolose”. Mentre l’ex premier Giuseppe Conte osserva che “sul Covid la destra cala la maschera tra decisioni avventate e retromarce dell’ultimo minuto”. Così come Enrico Letta, segretario Pd, dice che “Meloni ha premiato i No Vax. Peggio di così era difficile iniziare”. Per la salute pubblica il dato fondamentale è quello dei ricoveri in terapia intensiva. Di qui il mantra di convivere con il Covid. Sul punto Carlo Calenda è lapidario: “La scienza non è religione, ma non tenere conto della scienza è idiozia pura”. Gli fa eco Antonio Satta, segretario del movimento Unione Popolare Cristiana: “Le fandonie dei no vax fanno ancora presa. I medici non vaccinati stiano lontano dai reparti a rischio”. Quanto alla sospensione del bollettino giornaliero sul Covid, Cesare Cislaghi, già presidente dell’Associazione di epidemiologia, conclude che “impedirà il monitoraggio in tempo reale per anticipare il comportamento del virus. Sarà uno svantaggio. E in caso di nuove varianti potrebbe farci ripetere gli errori commessi in passato, quando questi ritardi sono stati pagati con una grave mancanza di tempismo nei provvedimenti rispetto ad altri paesi”.
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