Attualità

Conti Intesa Sanpaolo spiati, Messina corre ai ripari con un generale dei carabinieri

di Angelo Vitale -

Il generale dei Cc Antonio De Vita


Conti correnti spiati a migliaia nella banca, il ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina proporrà al Consiglio di Amministrazione dell’istituto di credito previsto per la prossima settimana, la nomina del generale del Corpo d’Armata dei Carabinieri Antonio De Vita nel ruolo di chief security officer di Gruppo, una nuova area – finora assente nella struttura organizzativa – a riporto diretto di Messina, con la responsabilità per la cyber security e la sicurezza.

Antonio De Vita, palermitano, ha ricoperto, prima di raggiungere nel mese di luglio il pensionamento, la responsabilità relativa alle regioni di Puglia, Campania, Abruzzo e Molise. Dal primo settembre era stato assunto da Carlo Messina nel suo staff come senior advisor sui temi della sicurezza e cyber, un incarico mai reso noto e che ora viene formalizzato dopo lo scandalo emerso in Puglia a seguito del licenziamento di un dipendente di Intesa Sanpaolo che aveva avuto accesso – sostiene di averlo fatto da solo e senza alcun interesse se non la curiosità – ai dati bancari di oltre 3.500 clienti. Una vicenda che in questo fine settimana sta diventando bollente per il pressing condotto su Messina e sulla banca dalla maggioranza di governo, con un alert inviato perfino all’attenzione della Bce.

In proposito, anche Bankitalia ha chiesto a Intesa Sanpaolo “di fornire chiarimenti sull’accaduto e sulle iniziative che intende intraprendere a riguardo” rammentando che la vigilanza nazionale ed europea da tempo sollecita alle banche “di rafforzare i presidi di sicurezza e di continuità operativa” contro i rischi informatici e cybernetici e che “spetta alla banche presidiare questi rischi”.

“Quei dati e notizie, nell’interesse della sicurezza dello Stato o, comunque, nell’interesse politico, interno o internazionale, dello Stato dovevano rimanere segrete”. Così il procuratore capo della Repubblica del tribunale di Bari Roberto Rossi e l’aggiunto Giuseppe Maralfa avevano scritto nel decreto di perquisizione e sequestro, con informazione di garanzia, nei confronti di Vincenzo Coviello, 52 anni, di origini bitontine, dipendente dell’istituto di credito indagato per i delitti di accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato. Tra il 21 febbraio 2022 ed il 24 aprile 2024, l’ex dipendente, licenziato l’8 agosto scorso, avrebbe effettuato un totale di 6.637 accessi abusivi ai dati di 3.572 clienti ‘portafogliati’ a 679 filiali del gruppo bancario Intesa Sanpaolo e nello specifico aveva provveduto ad interrogare i dati di numerosi personaggi del mondo politico, dello spettacolo, dello sport e della cronaca.


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