Editoriale

Conte vince in piazza, la sinistra tira pietre

di Dino Giarrusso -


La manifestazione promossa da Conte e dai Cinquestelle contro il riarmo e per la pace, è stata un successo. Probabilmente è il primo vero successo politico e mediatico di Conte da quando guida incontrastato i cinquestelle, dopo aver defenestrato il fondatore Beppe Grillo. Un successo pieno, non tanto per i numeri che comunque erano notevoli (100mila no, ma non dimentichiamo che una volta la CGIL disse “tre milioni!”), quanto per l’entusiasmo con cui il popolo stellato ha risposto. Una prova di forza politica, che ha costretto PD e altri potenziali alleati ad adeguarsi o inseguire. Il successo è poi confermato dalle surreali reazioni seguite all’evento. Conte, insieme ai manifestanti per strada e ad altri intervenuti sul palco (Travaglio, Montanari, Barbero etc) ha letteralmente mandato ai matti molti dei nostri più attivi commentatori politici. Se state pensando a Capezzone, Sallusti o altri sostenitori del governo, vi sbagliate di grosso. A scrivere “lo slogan più cretino di sempre”, “il popolo di Giuseppe Conte non ha ancora imparato dalle proprie minchiate”, “fuori dalla storia ci han piantato le tende” è Mattia Feltri su La Stampa, in uno dei corsivi più feroci di sempre. Ferocissimo Roncone sul Corriere (ma lo era stato due giorni prima anche contro il PD, in un pezzo esilarante), quasi rabbioso Massimo Giannini -per iscritto e in TV- per non parlare della larghissima attenzione data da tutta la stampa idealmente vicina al PD (quale PD? Uno dei PD!) a Rita de Crescenzo -tiktoker dall’italiano traballante già nota per l’affaire Roccaraso- mentre si taceva della presenza in piazza del Nobel Parisi. Scatenatissimo anche Luca Bottura, che forse per combattere le fake news con l’omeopatia pensa bene di pubblicare un lungo video del prof. Barbero che dice esattamente il contrario di quanto ha affermato in piazza sabato e in ogni intervento negli ultimi due anni. Il video era fatto con l’AI, ma Bottura lo scrive solo alla fine, dopo tre minuti e venti secondi, quando notoriamente l’attenzione che si presta ai video sui telefonini è inferiore al minuto: chissà che ne pensa il buon Paolo del Debbio… E poi Folli che stima Conte più putiniano di Salvini, Cappellini che chiede di non andarci proprio in quella piazzaccia cattiva, i talk del mattino di La7 schiumanti rabbia e la Picierno pronta a sostenere (legittimamente, per carità) il riarmo ad Omnibus. Noi abbiamo scelto di sondare gli umori della piazza intervistando sostenitori ed attivisti del Movimento, i quali -con rarissime eccezioni- esplicitavano opinioni pessime o quasi sul PD, e in molti casi auspicavano di non concludere alcuna alleanza: potete ascoltarli sul nostro sito e i nostri social. Insomma la vittoria di Conte è netta, e lo si vede e sente appunto dal livore che ha acceso in chi -però- dovrebbe invece puntare ad una coalizione larga in grado di pungolare il centrodestra a trazione meloniana in questa legislatura, e tentare di batterlo alle prossime elezioni nazionali, possibilmente preparando la strada con regionali e comunali. Ma a giudicare dall’astio cieco (che in alcuni casi diventa autentico odio) che i cinquestelle e il loro leader riescono ad accendere non nella controparte politica, ma in quelli che dovrebbero essere alleati e stampa ad essi vicina, ci si chiede davvero su quali basi dovrebbe nascere e crescere questo fronte progressista. Alcuni in piazza ci dicono “ci uniremo sui temi”, e chissà se è possibile unirsi sui temi mentre ci si sputa in faccia.


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