Politica

Conte cita Mao e azzanna Schlein: “Renzi tigre di carta, con lui un abbraccio mortale”

di Cristiana Flaminio -


Giuseppe Conte cita Mao per attaccare Renzi e il Partito democratico. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, l’ex premier oggi leader del Movimento Cinque Stelle, evoca una figura cara alla “mitologia” da libretto rosso e azzanna gli avversari con l’obiettivo di difendersi dalle accuse di avere, come Penelope, distrutto, ancora una volta, la tela del campo largo. “È evidente che col Pd un problema c’è”, afferma l’ex avvocato del popolo. Che tuona: “Schlein ha di fatto restituito centralità politica a Renzi, che è un fattore divisivo e ha sempre voluto distruggere il M5s. E questo, senza neppure prendersi la briga di avvertirmi e avere un serio confronto politico con me e gli altri alleati”. Del leader toscano, Conte non ha paura: “Non possiamo farci abbindolare da una tigre di carta, l’abbraccio con Renzi è mortale e gli stessi elettori del Pd chiedono di tenerlo fuori”. La responsabilità di aver fatto saltare, una volta ancora, il campo largo ricade, dunque, sulle scelte di Schlein: “Così il campo giusto si sfalda e si indebolisce e lo affermo garantendo la nostra autentica vocazione unitaria e la nostra determinazione nell’obiettivo di dare al Paese un’alternativa realmente competitiva a Meloni. Per la mia comunità è una ferita che rischia di allargarsi sempre più”. Le parole di Giuseppe Conte sono nette e non ammettono repliche: “Non è solo la mia comunità, che non accetterebbe mai questo abbraccio mortale. Gli stessi elettori del Pd, alla Festa dell’Unità e quando mi fermano per strada, mi chiedono di tenere fuori Renzi per non inquinare il progetto politico che stiamo costruendo”. Il leader M5s si fa portavoce del disagio e del dissenso della base dem: “Non possiamo farci abbindolare da una tigre di carta. Non solo è un grave errore politico che ci toglierebbe consenso, ma in caso di vittoria sarebbe una mina interna pronta a fare implodere il governo e a tenerlo costantemente sotto ricatto. Se questo diventerà lo schema di tutto il Pd, anche se persone come Bettini ne avvertono tutti i pericoli, noi non ci saremo”.


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