Politica

Consulta, trattative in corso per sbrogliare la matassa

di Giuseppe Ariola -


L’ennesima fumata nera per l’elezione di quattro giudici della Consulta, essendo ampiamente annunciata, non ha stupito nessuno. La mancanza di un’intesa politica che consentisse il buon esito della votazione era del tutto evidente già dalla tarda mattinata di ieri, quando dagli uffici dei gruppi parlamentari sono partiti i consueti messaggini con le istruzioni per il voto. “Scheda bianca” è stata l’indicazione fornita a deputati e senatori sia di maggioranza che di opposizione. E, infatti, all’esito dello scrutinio si sono contate 9 voti dispersi, nessun astenuto e 377 schede bianche e 15 nulle.
Nessuna sorpresa quindi e neanche un clima particolarmente teso, anzi. In particolare per quanto riguarda i principali partiti di opposizione gli animi sono apparsi assolutamente sereni, per tutta la prima parte della giornata di ieri. Almeno a giudicare dall’aria serafica del leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, intento a parlare serenamente con un drappello di parlamentari grillini sui divanetti del Transatlantico a margine del voto, o dalle risate che hanno accompagnato la passeggiata di Elly Schlein ed il capogruppo Pd al Senato, Francesco Boccia, lungo il corridoio della sala fumatori di Montecitorio a scrutinio ormai quasi concluso. Segnali che probabilmente un’intesa era vicina. Su tre dei quattro nomi da inviare alla Corte costituzionale l’accordo sembrava infatti già chiuso e le trattative per il quarto a buon punto. A confermarlo diversi esponenti della maggioranza, fiduciosi che la conferenza dei capigruppo di questa mattina, previa intesa tra il presidente della Camera Lorenzo Fontana e quello del Senato Ignazio La Russa, calendarizzi una nuova votazione del Parlamento in seduta comune già per domani, così da garantire il plenum della Consulta entro lunedì, quando si terrà la camera di consiglio chiamata a esprimersi sull’ammissibilità dei referendum, tra cui quello sull’Autonomia. Certo, i tempi sono stretti, perché dal momento dell’elezione a quello dell’ insediamento la Corte costituzionale sarà chiamata a vagliare i requisiti e le eventuali cause di incompatibilità dei nuovi componenti che successivamente al buon esito di queste verifiche, dovranno giurare davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Si corre, dunque, sul filo di lana per raggiungere l’obiettivo di trovare una quadra che consenta di arrivare alla fatidica maggioranza dei 3/5, ovvero 363 parlamentari, per l’elezione dei quattro nuovi giudici della Corte costituzionale.
Per quanto riguarda i nomi, la scelta delle opposizioni, alla fine, sembrerebbe essere ricaduta su Massimo Luciano dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Un nome che avrebbe azzerato le distanze tra i dem, che inizialmente caldeggiavano l’elezione del costituzionalista Andrea Pertici, vicino alla segretaria del Pd, e il Movimento 5 Stelle che aveva proposto un altro costituzionalista, Michele Ainis. Sul fronte della maggioranza è invece praticamente certo il nome di Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Palazzo Chigi, considerato il ‘padre’ del premierato. Forza Italia, invece, archiviati i profili del senatore Pierantonio Zanettin e, soprattutto, quello del viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto – eletto in un collegio uninominale in Puglia il suo ingresso alla Consulta comporterebbe elezioni suppletive, con il rischio che il centrodestra finisca per perdere il seggio a favore del Governatore Emiliano, il cui mandato è in scadenza – propone il nome dell’avvocato Andrea Di Porto. Il ‘quarto nome’, quello di un tecnico bipartisan, potrebbe invece essere quello dell’avvocato generale dello Stato, Gabriella Palmieri Sandulli. E proprio questo nome in serata ha però iniziato a far vacillare l’accordo per la supposta simpatia di quest’ultima nei confronti del centrodestra. Al punto che negli ambienti azzurri è tornata a circolare l’ipotesi della candidatura di Titti Parenti, ex magistrato e parlamentare di Forza Italia. In tal caso, assicurata l’elezione di una donna con lo switch forzista, il nome della Sandulli potrebbe essere sostituito da quello del notaio Camillo Verdi, iniziato a circolare ieri sera.


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