Politica

Consulta, ennesima fumata bianca

di Giuseppe Ariola -


Oggi dal Parlamento convocato in seduta comune alla Camera dei deputati per l’elezione di un giudice della Consulta giungerà un nuovo nulla di fatto. Il tentativo di eleggere il componente della Corte Costituzionale è già andato a vuoto ben sette volte e anche oggi l’esito dell’ottavo scrutinio è già segnato. Nelle ultime settimane, in vista del voto di oggi, c’è stato un fitto lavorio in maggioranza che aveva trovato la quadra sul nome di Francesco Saverio Marini, tra i giuristi maggiormente impegnati nella scrittura della riforma del Premierato. Una scelta che è trapelata anzitempo, complice una vera e propria fuga di notizie dalla chat dei parlamentari di Fratelli d’Italia, con alcuni messaggi inoltrati alla stampa. L’accaduto ha fatto infuriare Giorgia Meloni, intervenuta personalmente per stigmatizzare l’episodio. Fuga di notizie o meno, l’intesa tra gli alleati di governo sul nome di Francesco Saverio Marini ha fornito un assist alle opposizioni per lamentare di non essere state coinvolte nell’individuazione del nuovo componente della Consulta. Una circostanza che, a differenza di quanto accaduto in occasione del rinnovo dei vertici Rai che ha visto i partiti di minoranza procedere in ordine sparso, ha ricompattato l’opposizione, determinata a non partecipare al voto. La segretaria del Pd, Elly Schlein, giustifica la scelta dell’ennesimo Aventino parlando di una “forzatura della maggioranza”, evidenziando che in questa occasione con le altre forze di opposizione “ci siamo sentiti e coordinati”. Mentre nell’emiciclo di Montecitorio si preparano i ‘catafalchi’ per consentire la votazione segreta, anche il Movimento 5 Stelle fa sapere che la propri pattuglia parlamentare non ritirerà la scheda e anche da Alleanza Verdi e Sinistra è stato annunciato che i propri deputati e senatori non parteciperanno al voto. Stessa linea anticipata anche da Azione, Italia Viva e +Europa. Dal canto loro i partiti di maggioranza, per non rischiare di infrangersi contro numeri ballerini, hanno optato per la scheda bianca, giustificando questa scelta con la decisione dell’opposizione di non prendere parte alla votazione. “Le opposizioni decidono di trasformare perfino l’elezione dei giudici costituzionali in terreno di propaganda politica. Hanno deciso di disertare l’Aula nonostante l’esigenza di sostituire dopo 10 mesi un giudice della Consulta. La maggioranza decide nonostante loro di continuare a rispettare le istituzioni e oggi vota scheda bianca”, si legge infatti una nota congiunta dei capigruppo di Camera e Senato dei partiti di centrodestra


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