Economia

Confcommercio: l’occupazione record spinge i consumi a Natale

di Giovanni Vasso -

A view of the Christmas tree being set up in Galleria Vittorio Emanuele in Milan, northern Italy, 03 December 2024. ANSA/MATTEO CORNER


Un mare di regali a Natale: gli italiani sono pronti a spendere e, con l’occupazione a livelli record, i commercianti pregustano affari d’oro; ieri l’ufficio studi di Confcommercio ha presentato un report su tredicesime e consumi in vista delle festività natalizie. Il trend appare più che positivo. Stando ai dati Confcommercio, infatti, la spesa media pro capite si attesterà sui 207 euro. Circa ventuno euro in più dell’anno passato quando l’esborso natalizio si fermò a 186 euro ciascuno. Il giro d’affari atteso sotto l’albero sfiora i dieci miliardi di euro. Per la precisione si attesterà attorno ai 9,8 miliardi di euro, in crescita di 1,7 miliardi rispetto al “fatturato” di Natale 2023 che si fermò a 8,1 miliardi. Si tratta di numeri interessanti perché riportano il livello dei consumi, almeno quelli delle feste, ai livelli pre-Covid. Ma il dato più significativo che si evince dallo studio di Confcommercio è ancora un altro: cresce, infatti fino al 44%, la percentuale di chi torna a credere che fare i regali, a Natale, sia una spesa piacevole. E non un atto dovuto, una mazzata tra capo e collo, un inutile sperpero di denari che potrebbero essere utilizzati meglio. Segnale, questo, di una rinnovata fiducia nelle famiglie. Che, a dicembre, si troveranno ad amministrare le tredicesime. Il budget complessivo è stato stimato in 54,5 miliardi e comprende sia i lavoratori che i pensionati. Si tratta di poco meno di quattro miliardi in più rispetto al 2023 (quando furono corrisposti 50,7 miliardi). Poco meno di dieci miliardi (per la precisione 9,5) se ne andranno in tasse, balzelli e imposte: dall’Imu al canone Rai, dai bolli auto fino alla Tasi. Il resto, ben 45 miliardi, rappresenterebbe il budget disponibile per i consumi. Un anno fa, la quota disponibile era di “soli” 41,7 miliardi. L’aumento è dovuto in primo luogo all’aumento dell’occupazione: i numeri parlano chiaro, oggi ci sono 420mila persone impiegate in più rispetto allo stesso periodo di un anno fa e la quota sale fino a 848mila se si prendono in considerazione i dati pre-Covid risalenti al 2019. Pesa, nel computo, anche la nuova normativa sulle pensioni. Insomma, i numeri di partenza sono buoni. Si parla di un autentico tesoro che lievita fino a 47,5 miliardi se si prendono in considerazione anche gli autonomi. E che mette mediamente sul piatto di ogni famiglia italiana un fondo da 1.906 euro per regali, spese e consumi di varia natura. Dato, anche questo, in aumento rispetto a un anno fa quando il plafond disponibile, mediamente, s’è attestato a non più di 1.788 euro.

Per Confcommercio, infine, dal Black Friday arriva un traino più che un limite per lo shopping di Natale. Ai “saldi” di fine novembre ha partecipato circa il 40% degli italiani adulti, ovvero poco meno di venti milioni di consumatori per una spesa media pro capite si è attestata tra i 220 e i 230 euro. Almeno la metà delle spese è riferibile ai regali di Natale anticipati. Per l’Ufficio Studi “nonostante un effetto di sostituzione della spesa”, c’è però da considerare che il successo della ’Black Week’ (Black Friday e Cyber Monday) sia da considerare “un segnale positivo per l’intera stagione natalizia”. Non è dello stesso parere Confesercenti secondo cui le spese novembrine degli italiani finiranno per assottigliare i margini di guadagni, e soprattutto gli incassi, dei piccoli negozi: “Solo per il Black Friday, che vale in totale circa 3,8 miliardi di euro, è infatti stato già acquistato un terzo dei regali di Natale e il 30% degli italiani progetta di spendere di meno per il Natale”, assicurano dalla confederazione degli esercenti.

C’è, infine, un’ulteriore (buona) notizia. Riguarda gli aumenti che si stanno registrando con l’inizio della stagione di vendite natalizie. Che però, stando ai numeri analizzati e pubblicati dall’osservatorio nazionale di Federconsumatori, fotografano rincari molto più contenuti rispetto a quelli registratisi l’anno passato. Gli aumenti medi sono stati stimati, finora, nell’ordine dell’1,4% rispetto al 2023. Cifre che risentono dell’andamento altalenante dei diversi comparti. Ci sono, per esempio, i regali low cost che salgono quasi del 6 per cento (+5,9%) e gli alimentari (su del 2,4%). Tuttavia, un anno fa, i rincari erano stati ben più pesanti e s’erano attestati su una media stimata nel 10,2%.


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