Attualità

Componentistica italiana per la Cina: il caso Idrobase in Veneto

di Angelo Vitale -


Componentistica: tra Italia e Cina – come noto da tempo – è il Paese del Dragone ad avere il sopravvento. Ma c’è un caso tutto italiano che si segnala come antesignano di una possibile inversione di rotta, di un capovolgimento del paradigma vigente.

Una iniziativa che cerca di operare anche da un dato negativo, per trasformare una difficoltà in opportunità: la crisi del settore cleaning, che registra un calo dell’8%. Ad occuparsene, un’azienda veneta, l’Idrobase Group, specializzata nelle tecnologie fondate sull’acqua “in pressione”.

Finora – questa la premessa della strategia messa in atto – erano i cinesi a produrre ricambi a prezzo e qualità inferiori a quelli originali. Ora, a competere con loro cominceranno ad essere i componenti con qualità made in Italy per macchine idropulitrici prodotte in Cina.

“C’è un indicatore di tendenza, che segnala tempi di crisi – afferma Bruno Ferrarese, contitolare di quella che è una vera e propria “multinazionale tascabile”, con sede a Borgoricco – : la riduzione delle spese nel settore del cleaning”.

Infatti, nel 2024, il mercato mondiale dei macchinari per pulizie industriali sta registrando una riduzione pari all’8%. In questa difficile congiuntura spicca, per contrasto, il +16% tendenziale nel fatturato 2024 dell’azienda veneta. Nel settore della ricambistica, l’obiettivo di Idrobase è il consolidamento come primo fornitore mondiale, ampliando l’offerta anche ai pezzi sostitutivi per apparecchiature cinesi.

“Bisogna essere realisti – prosegue Bruno Gazzignato, contitolare dell’azienda veneta -. E’ comprensibile che, nell’incertezza della congiuntura internazionale, ci si accontenti di prodotti a costo inferiore, così come per la qualità. Il mercato occidentale è, infatti, invaso da pompe ad alta pressione made in China. Noi ne prendiamo atto e rilanciamo la sfida, ampliando la gamma dei componenti anche ai prodotti cinesi, garantendo la tradizionale qualità italiana e prezzi concorrenziali: grazie alla costante ricerca della maggiore efficienza produttiva, riusciamo a contenere i costi, assicurando una maggiore shell life e riducendo così la necessità di continue spese agli imprenditori”.

“Scommettiamo sul futuro, perché la qualità made in Italy renda non conveniente anche sotto l’aspetto economico rivolgersi alle imitazioni. La superiorità della produzione nazionale è da sempre riconosciuta, ma adesso siamo competitivi anche sui prezzi – conclude Ferrarese -. Non ci sono più alibi, il cliente in tutto il mondo può scegliere: accontentarsi della qualità cinese, migliorarla inserendo componentistica italiana oppure, a quel punto, acquisire direttamente la qualità del made in Italy”.


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