Politica

Commissione Ue: prima lo stallo, poi si sugella l’accordo. Fitto e Ribera vicepresidenti esecutivi

di Lino Sasso -


Prima l’accordo tra popolari, socialisti e liberali, poi uno stallo durato diverse ore. Infine, dopo trattative serrate con sullo sfondo il rischio che il tavolo saltasse, si è suggellata l’intesa che ha dato il via libera alle nomine dei vicepresidenti esecutivi della Commissione Ue Raffaele Fitto, con delega alla Coesione, Teresa Ribera con delega alla transizione. Al termine di una lunga giornata, culminata con forti tensioni nelle commissioni Ambiente, Economia e Industria e in quella Affari regionali del Parlamento europeo, alla fine con il quorum dei due terzi i coordinatori hanno dato seguito alle due nomine, alle quali è seguita anche quella della finlandese Henna Virkkunen, vicepresidente esecutivo con delega per l’agenda digitale. I veti incrociati e un gioco al rialzo tra popolari e socialisti hanno rischiato che la situazione si bloccasse, nonostante l’intesa fossa già data per fatta. Il livello della tensione che si respira all’Europarlamento è evidente anche dalle dichiarazioni allegate alle valutazioni del vicepresidente esecutivo italiano e di quella spagnola. Per Ribera i popolari hanno infatti chiesto l’impegno alle dimissioni in caso di coinvolgimento nelle indagini sull’alluvione che ha flagellato Valencia, mentre per Fitto sono socialisti e liberali a pretendere vengano messe a verbale le loro reticenze sulla vicepresidenza, nonostante il via libera all’assegnazione dell’incarico. Entrambe le puntualizzazioni danno il polso del clima che si registra nella maggioranza che ha incaricato Ursula von der Leyen di formare per la seconda volta la Commissione Ue e che la prossima settimana sarà chiamata a dare l’ok definitivo con il voto in Plenaria. Di certo, a differenza di quanto accaduto a luglio, non ci sarà il favore dei Verdi, ma la Presidente della Commissione potrà contare su quello dei conservatori che con Raffaele Fitto portano a casa una vicepresidenza esecutiva nonostante il voto inizialmente contrario dell’Ecr a un bis della von der Leyen. Dopo l’ok incassato dal ministro italiano, Giorgia Meloni ha ribadito che “quest’importante incarico attribuito al Commissario designato dall’Italia è una vittoria di tutti gli italiani, non del Governo o di una forza politica. Abbiamo ottenuto un portafoglio di peso e il coordinamento di deleghe strategiche per la nostra Nazione e per l’Europa intera, come l’agricoltura, la pesca, l’economia del mare, i trasporti e il turismo. Questa indicazione è la conferma di una ritrovata centralità dell’Italia in ambito europeo, all’altezza del nostro ruolo come Stato fondatore della Ue, seconda manifattura d’Europa e terza economia del Continente”, ha concluso la premier.


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